Il governo lavora per modificare Opzione donna ed allargare la platea delle beneficiarie. Attualmente ristretta, dopo i paletti inseriti nell'ultima manovra, a circa 2.900 lavoratrici. Sul tavolo, quindi, c'è l'obiettivo di abbassare l'età per accedere a questa pensione anticipata, che potrebbe essere portata a 59 anni per tutte le lavoratrici. E, tra le ipotesi, anche quella di eliminare il riferimento alla presenza dei figli, variabile che nello schema in vigore consente di ridurre fino a due anni la soglia per l'uscita, da 60 a 58 anni, per alcune categorie. L'intenzione politica c'è, confermano da più parti, si tratta di capire quante risorse sono disponibili e di lì dare l'ok alla soluzione possibile per quest'anno. In attesa della riforma delle pensioni, che si punta a mettere in campo dal 2024.
Opzione donna, ecco come cambia
«Il ministero ha fatto più proiezioni, le ha già mandate anche al Mef in modo che sia possibile determinare i costi delle eventuali modifiche.
Le ipotesi sul tavolo
La differenza che viene dall'impianto precedente (58 anni se dipendenti e 59 anni se autonome) «non la comprendo a livello di impostazione perché, anzi, le carriere delle lavoratrici autonome sono ancor più caratterizzate da momenti di discontinuità», rimarca Calderone. Intanto rispondendo ad una interpellanza in commissione Lavoro del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Franco Mari, il sottosegretario Claudio Durigon ha detto che è sul tavolo del governo anche l'ipotesi di inserire la professione di portalettere tra quelle usuranti«. Per Mori »sarebbe doveroso riconoscere la qualità usurante di questo lavoro che si svolge tutto all'aperto, in mezzo al traffico urbano, e comporta diverse patologie come artrosi, ernie, bronchite, polmoniti e purtroppo molte altre«.