Raid omofobo contro i ballerini semifinalisti a Italia's Got Talent

Raid omofobo contro i ballerini semifinalisti a Italia's Got Talent
ROMA - «Froci, via di qui». Sono scritte e disegni inequivocabili, quelle apparse a Centocelle, all’interno della palestra dei Vanity Crew, il gruppo di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - «Froci, via di qui». Sono scritte e disegni inequivocabili, quelle apparse a Centocelle, all’interno della palestra dei Vanity Crew, il gruppo di ballerini professionisti che si è fatto conoscere per la sua partecipazione a Italia’s Got Talent, dove è arrivato in semifinale. E che adesso, dopo questo raid omofobo, ha deciso di chiudere la sua palestra. «Era il nostro sogno, ma ora non possiamo più andare avanti», ammette Simone Panella, leader del gruppo, insieme al compagno, Andrea Pacifici. Era il loro sogno, quella struttura di 900 metri quadrati, suddivisi in tre sale, nelle quali trasmettere l’amore per la danza a grandi e piccini. Nata un anno fa, dopo pochi giorni, però, aveva già iniziato a subire le attenzioni di alcuni vicini che non gradivano quella presenza.


«Dal primo giorno che abbiamo aperto purtroppo abbiamo avuto problemi con alcune persone: minacce, discussioni, inseguimenti, atti intimidatori, allagamenti: tutto documentabile - denunciano i Vanity - Con tutte le forze abbiamo cercato di andare avanti cercando di creare un clima familiare all'interno della scuola. Non abbiamo ancora avuto il coraggio di denunciare l'accaduto, oggi troviamo il coraggio di parlare. Mi auguro che non accada ad altri quello che oggi è accaduto a noi! Perché tutto questo credetemi fa veramente male».
 

Sette le persone che compongono la crew, che ha anche avuto la possibilità di partecipare ad importante gare internazionali all'estero. «A giugno avevamo chiuso per ferie – spiega Panella – e quando, qualche settimana fa, sono rientrato nella palestra, ho visto queste scritte. Chi le ha fatte conosceva i nostri movimenti ed ha usato una porta difettosa per introdursi all'interno. Non me la sono sentita di denunciare subito tutto, perché mi sono vergognato. E’ una sensazione orrenda, che provo ancora. Mi sono sentito giudicato per quello che sono. Non è semplice essere gay e vivere in questa società». Adesso i ragazzi valuteranno se e come sporgere denuncia, insieme ad un legale. Ma quello che è certo è che il loro sogno, per adesso, chiude i battenti. «Qui non riusciamo più a vivere sereni», dice il leader del gruppo: «Questo attacco ci ha spezzato il cuore».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico