BASTIA UMBRA - Si cerca un tirapugni, ma anche alcuni ragazzi che avrebbero partecipato alla zuffa e sarebbero fuggiti subito dopo la morte di Filippo Limini Senapa, il 25enne...
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Tra le caserme di Bastia e Assisi sono stati inizialmente sentiti, come persone informate dei fatti, gli amici di Filippo, mentre nel pomeriggio sono iniziati gli interrogatori. In serata gli arresti, con i tre giovani condotti nel carcere di Capanne, in attesa dell’udienza di convalida già fissata per domani. Sempre domani, nell’Istituto di Medicina legale di Perugia, verrà eseguita l’autopsia, che la procura ha affidato al professor Mauro Bacci e alle dottoresse Marta Bianchi e Paola Melai. All’esame parteciperanno anche il consulente della famiglia, dottor Sergio Scalise e quelli nominati dalle difese (per ora soltanto il dottor Valter Patumi, nominato dalla difesa di Brendon).
L’INDAGINE
Due ricostruzioni, molto distanti l’una dall’altra. Per trovare la quadra sul delitto di Ferragosto sarebbe molto importante la testimonianza di chi, pur estraneo alla zuffa, potrebbe aver assistito (anche da lontano) a quelle scene di folle violenza. Quello di possibili testimoni che, magari di fronte a uno scenario spaventoso e soprattutto pericoloso potrebbero essersi allontanati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine – potrebbe essere un racconto decisivo. Ogni dettaglio, quello che potrebbe essere considerato di poco conto, potrebbe contribuire alla ricerca della verità. Intanto un contributo importante nella ricostruzione dell’accaduto lo darà l’autopsia, che dovrà innanzitutto stabilire se Filippo è morto perché schiacciato dall’auto o per i traumi subiti in precedenza, durante la rissa. La procura chiede anche di stabilire l’orario del decesso e dispone accertamenti istologici e tossicologici. Il corpo del ragazzo è stato trovato riverso a terra in una pozza di sangue, vicino al marciapiede del parcheggio teatro della tragedia. Dagli accertamenti avviati sui telefoni degli arrestati, invece, gli inquirenti sperano di trovare qualche altro input. Al vaglio anche la presenza di telecamere di sorveglianza private nella zona di via Giontella. Si cercano anche i video: qualcuno, negli istanti immediatamente precedenti all’investimento o, addirittura, poco prima che arrivassero i soccorsi, potrebbe aver ripreso qualche scena. Cristallizzando, così, anche le presenze in quel parcheggio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico