Bimbo muore in culla, il papà va a rubare per pagare i funerali

Bimbo muore in culla, il papà va a rubare per pagare i funerali
Avrebbe fatto quella «sciocchezza» per pagare i funerali del figlio. Si sarebbe giustificato così Cristian Pizzolante, il giovane del Rione Traiano arrestato...

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Avrebbe fatto quella «sciocchezza» per pagare i funerali del figlio. Si sarebbe giustificato così Cristian Pizzolante, il giovane del Rione Traiano arrestato nella notte dalla polizia di Stato mentre stava rubando, con un complice, in un pub dell’Arenella. Il ragazzo è il padre del bambino di appena quattro mesi trovato senza vita dalla madre lunedì mattina a Scampia. Una tragedia sulla quale si farà chiarezza solo nei prossimi giorni con l’esame autoptico, anche se i primi accertamenti parlano di morte naturale, probabilmente dovuta a un rigurgito durante la notte. La madre del bambino si sarebbe spostata da Soccavo a Scampia dopo un litigio in famiglia e sarebbe andata a dormire a casa di parenti, nella Vela Rossa.


Al mattino la donna si era accorta che il figlio era immobile e non respirava più. Aveva immediatamente chiamato il 118, ma i soccorsi erano stati inutili: quando i medici erano arrivati sul posto non c’era già più nulla da fare. Benché l’ipotesi più accreditata fosse quella della cosiddetta «morte in culla», il magistrato aveva disposto l’autopsia. Proprio a quel bambino Pizzolante, comprensibilmente sconvolto, aveva dedicato due post tra i più recenti sul suo profilo Facebook. Nel secondo, all’1.25 di martedì, si chiedeva «come faccio a vivere senza di te» e il perché di quel dramma. Poco dopo aver premuto invio, però, è uscito a «lavorare».


Si è incontrato con un complice, Angelo Monfrecola, 35 anni, di Soccavo, anche lui pregiudicato. Insieme, sulla macchina di Pizzolante, hanno raggiunto il Vomero alla ricerca di un obiettivo facile. La scelta è caduta su un pub di via Castellino, al confine con l’Arenella. Sono entrati nel locale provando prima a scassinare la porta di ingresso e poi sfondando il vetro di quella sul retro. Stavano caricando la refurtiva sull’automobile quando sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine. Erano circa le 4 e una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, in pattugliamento nella zona per i controlli di routine, ha notato una Renault Megane parcheggiata nei pressi del cancello esterno del locale e un ragazzo, poi identificato come Monfrecola, che si avvicinava tenendo tra le mani qualcosa di ingombrante.
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Corriere Adriatico