Monopattini, ancora una multa: oltre 6mila euro a un nigeriano. «Faccio il lavapiatti, non ho quei soldi»

Monopattini, ancora una multa: oltre 6mila euro a un nigeriano. «Faccio il lavapiatti, non ho quei soldi»
Il monopattino e le multe diventano un vero e proprio caso a Torino: ancora una sanzione infatti per chi viaggia in monopattino, la terza in pochi giorni ieri sera. Stavolta la...

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Il monopattino e le multe diventano un vero e proprio caso a Torino: ancora una sanzione infatti per chi viaggia in monopattino, la terza in pochi giorni ieri sera. Stavolta la 'vittima' è un giovane nigeriano di nome (o soprannome) Lyke, 24 anni, che si è visto elevare un verbale di alcune migliaia di euro perché in contromano su un mezzo non immatricolato né assicurato.


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Ne parla oggi il Corriere della Sera, che ha intervistato lo stesso Lyke: il giovane è stato multato la sera del 19 ottobre di 6.465 euro, sanzione poi rettificata il giorno dopo dai vigili e ridotta a 1.078 euro. Sempre troppo cara per il 24enne, che lavora come lavapiatti:
«Non ho tutto quel denaro da pagare - ha detto al Corriere - ho paura, sto cercando un avvocato che mi aiuti. Sono a Torino per studiare, sto imparando l’italiano ma per mantenermi ho bisogno di lavorare».

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E proprio per andare a lavorare il ragazzo aveva bisogno del monopattino, non avendo la patente né i soldi per prenderla: e non conoscendo bene la nostra lingua, non era nemmeno a conoscenza delle regole sui monopattini elettrici. Ora è quasi terrorizzato: se dovessero venir fuori irregolarità sulla sua situazione in Italia, potrebbe persino essere espulso.

Su questi episodi si sta mobilitando il Club Monopattini Torino per «aiutare i ragazzi multati e lottare contro un atteggiamento sbagliato dei vigili». «Non c'è una normativa che prevede l'immatricolazione di questi mezzi e il nostro obiettivo è Torino pulita» dicono, mentre anche la Consulta Mobilità ciclistica e moderazione del traffico scende in campo. «Perché - si chiede - multare un monopattino pur sapendo che a breve partirà la sperimentazione e che, quindi, con tali regole il soggetto sarebbe in regola? Prendere di mira i monopattini, che come bici e pedoni rientrano negli utenti deboli della strada, parrebbe avere l'obiettivo di disincentivare la mobilità dolce. Ci chiediamo perché tale pugno duro non venga applicato anche agli automobilisti indisciplinati».


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Corriere Adriatico