TREVISO - Colloquio con prestazione? «Non succede solo alle ragazze, ma anche a molti uomini giovani, che ricevono profferte da ambo le parti. Nicoleta ha avuto coraggio, e...
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«Noi come sindacato vediamo che oggi i lavoratori sono sempre più indifesi: cresce la fame di lavoro, crescono le richieste particolari, ma denunciare è dura. Per questo il gesto di Nicoleta, che ha rotto il muro del silenzio, è importantissimo. Ai ragazzi e alle ragazze vittime di imprenditori astuti e senza scrupoli diciamo: rivolgetevi a noi. Possiamo aiutarvi».
RICHIESTE ILLECITEUn sommerso non conosciuto, colloqui di lavoro che si trasformano in occasione per avance non richieste. E intanto l'autostima del lavoratore cala a picco. «Come se la colpa fosse di chi sta subendo l'abuso - riprende Carniato - Noi dobbiamo batterci per dare dignità al lavoro, e come parti sociali porci molte domande». Per questo ha suscitato un ampio dibattito la storia di Nicoleta Capatina, la ragazza di 22 anni che rispondendo ad un annuncio sulla piattaforma subito.it, ha dovuto confrontarsi con la seguente richiesta: cercasi segretaria con mentalità aperta nei confronti del proprio capo. Già l'incipit non lasciava presagire nulla di buono. E, alla richiesta di chiarimenti si è vista rispondere da un imprenditore del montebellunese: «Disponibile fisicamente». Di fronte al suo smarrimento il professionista ha anche cercato di tranquillizzarla. «Niente di particolare -soggiunge- Con la mia precedente segretaria ho avuto questo accordo per 7 anni e non c'è stato nessun problema. Massima discrezione».
LE REAZIONINicoleta Capatina è nata a Chisinau, ma da 17 anni vive a Ponzano. Studi regolari, parla 4 lingue e oggi lavora part-time in una sala slot. «Volevo cercare un lavoro come segretaria e siccome molte persone di mia conoscenza avevano trovato grazie agli annunci di subito.it ho caricato i miei dati». Pochi giorni dopo arrivano le richieste di colloquio. «Molte regolari e perbene, ma 5 con proposte indecenti». «Io ora sono obbligata a chiedere una verifica. Domani scriverò all'ispettorato del lavoro per segnalare questo fatto». Stefania Barbieri, consigliera di parità per la provincia di Treviso, con nomina del ministero del lavoro, interviene e vuole approfondire la vicenda. Anche la consigliera ribadisce come queste vicende siano piuttosto frequenti. «Il problema vero è riuscire a ottenere che venga fatta denuncia. Purtroppo in caso contrario non è possibile intervenire direttamente e queste vicende si moltiplicano, aumentando la discriminazione per le lavoratrici». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico