Distesa su un tappeto di siringhe il triste risveglio dopo il buco

Distesa su un tappeto di siringhe il triste risveglio dopo il buco
MESTRE - Addormentata, rannicchiata in posizione fetale, nel più istintivo dei tentativi di ripararsi dal freddo. Come letto un tappeto di siringhe, come lenzuola la...

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MESTRE - Addormentata, rannicchiata in posizione fetale, nel più istintivo dei tentativi di ripararsi dal freddo. Come letto un tappeto di siringhe, come lenzuola la stagnola annerita e utilizzata per scaldare l'eroina. La foto è stata scattata ieri mattina, in piazzetta San Francesco, e la protagonista è una ragazza che potrà avere al massimo trent'anni. Un'immagine triste, istantanea di un momento storico che continua a vedere Mestre come crocevia del Nordest per il consumo (e la vendita) di sostanze stupefacenti. Eroina, in particolare, che con quattro morti di overdose nell'ultimo mese, è tornata a essere il pericolo numero uno in città. Un'emergenza mai realmente scomparsa, in realtà, nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine, che una dopo l'altra hanno mandato dietro le sbarre le tre principali bande titolari dello spaccio: nigeriani, tunisini, albanesi. Il mercato è ancora vivo perché la domanda continua incessantemente a crescere. 

 
PIAZZETTA SAN FRANCESCO
A scattare quella foto è stata una residente della zona. «Erano le 8 del mattino, stavo andando al lavoro. Quella ragazza era sul plateatico di un ristorante, in piazzetta San Francesco. Ho sentito dei vicini, per capire se fosse il caso di chiamare un'ambulanza. Un paio d'ore più tardi, però, si è alzata e se ne è andata». 
Un'altra residente, Marcella, spiega che quello non è un episodio isolato. «In via Cavallotti ogni sera sentiamo le risse e le discussioni tra spacciatori. Poco più in là ci sono le prostitute, poi i tossicodipendenti vengono in piazzetta a smaltire. È una situazione veramente insostenibile, va avanti da troppo tempo ormai». La piazzetta, in effetti, è più interna e isolata rispetto a via Piave, ormai troppo sotto i riflettori per poter spacciare e passare inosservati. «Abbiamo fatto decine di segnalazioni - continua Marcella - ma per ora non è cambiato nulla. Può capirlo chiunque: con un panorama del genere, nessun genitore è tranquillo a far uscire le proprie figlie (o figli) di sera». La zona, in realtà, è una di quelle pattugliate di sera dalla polizia locale nell'operazione rione sicuro, ma evidentemente pusher e compratori sanno come sparire in fretta al momento opportuno. 
EMERGENZA EROINA
Al di là delle questioni di degrado urbano, l'emergenza principale resta la grande quantità di eroina che continua a inondare la città. Secondo i servizi sociali dedicati, infatti, il nocciolo della questione non è tanto legato all'eroina gialla. Il principio attivo, alto o basso che sia, può influire fino a un certo punto. A fare la differenza è la quantità: più ce n'è a disposizione, più un tossicodipendente tenderà a farsi, aumentando sensibilmente il rischio di un'overdose. E le ultime operazioni di carabinieri e polizia, con decine di chili di eroina sotto sequestro, provano che a Mestre ne sta circolando molta più di un tempo.

Davide Tamiello
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Corriere Adriatico