Il Ministero della Salute ai medici: «Scrivete le ricette in stampatello». Stop a sigle e virgole

Il Ministero della Salute ai medici: «Scrivete le ricette in stampatello». Stop a sigle e virgole
Era già successo all’estero, precisamente in India (ne avevamo parlato su Leggo qui), ora la questione si sposta anche in Italia: le ricette dei medici, spesso...

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Era già successo all’estero, precisamente in India (ne avevamo parlato su Leggo qui), ora la questione si sposta anche in Italia: le ricette dei medici, spesso dalla grafia incomprensibile, fanno ammattire pazienti e farmacisti. Perciò il ministero della Salute, tramite la sua Direzione generale, ha inviato alle Regioni una raccomandazione perché esortino i medici a scrivere meglio, evitando abbreviazioni, acronimi e sigle e usando addirittura lo stampatello.


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In effetti spesso e volentieri il nostro farmacista deve fare i salti mortali per capire la grafia del medico: chi di noi non ha mai avuto a che fare con casi in cui lo stesso gira e rigira la ricetta per decifrare ciò che c’è scritto? Secondo il ministero, questo non può accadere perché eventuali errori di interpretazione possono causare errori nella dispensazione di una terapia farmacologica.

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Oltre allo stampatello e all’evitare sigle e acronimi, si consiglia poi di scrivere per intero il nome dei principi attivi, di usare i numeri arabi anziché quelli romani, e addirittura di non mettere lo zero dopo la virgola per le dosi (ad esempio 2,0 milligrammi che potrebbe confondersi con 20 milligrammi), e di ricordarsi il punto prima dei tre zeri delle migliaia.

Ma sebbene l’intervento del ministero sulla questione sia legittimo, nonché sacrosanto, una domanda sorge spontanea: perché chiedere ai medici di scrivere in un certo modo anziché in un altro (rischiando risultati poco soddisfacenti), e non tagliare direttamente la testa al toro informatizzando il sistema, o quanto meno obbligando i medici stessi a scrivere le ricette al computer?  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico