Martinsicuro, sorelline assassinate Si muovono gli agenti di Scotland Yard

Samira con le due figlie
MARTINSICURO - Da Scotland Yard a Martinsicuro per scoprire qualcosa in più sul passato di Samira Lupidi. Due funzionari della polizia inglese, un sergente ed un agente,...

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MARTINSICURO - Da Scotland Yard a Martinsicuro per scoprire qualcosa in più sul passato di Samira Lupidi. Due funzionari della polizia inglese, un sergente ed un agente, sono stati ospiti di una struttura ricettiva per alcuni giorni. Avevano il compito di scoprire qualcosa in più sulla vita della giovane madre che il 17 novembre scorso uccise a coltellate le sue due figlie. Jasmine di un anno ed Evelyn di tre vennero trucidate mentre erano ospiti di una struttura protetta a Bradford, in Inghilterra.


I due poliziotti inglesi, accompagnati da un carabiniere che ha vestito anche i panni di interprete, hanno ascoltato i familiari di Samira, il padre Diego ed i due fratelli Massimiliano e Alessandro. Si sono mossi, dunque, non solo a Martinsicuro ma anche a Porto d'Ascoli, lì dove il papà di Samira vive.  I funzionari di Scotland Yard avrebbero anche avuto un colloquio con il medico della giovane. Quello che la aveva in cura quando viveva a Martinsicuro.

Samira è attualmente rinchiusa in carcere. Il delitto si consumò dopo che la donna si era rifugiata all'interno della struttura protetta per sfuggire ai continui litigi con il compagno Carl Weaver. La 24enne temeva che le portassero via le figlie e non avrebbe mai accettato di separarsi da loro. Senza soldi, senza un lavoro, tirava avanti grazie al sussidio del padre delle due bambine. I due erano emigrati da Martinsicuro a Bradford per cercare lavoro. Ma nemmeno in Inghilterra erano riusciti a trovare un'occupazione e, dopo due anni, la coppia non aveva di che vivere. Le discussioni erano continue tanto che la 24enne aveva deciso di andarsene e portare con sé le piccole.


Il 19 febbraio è comparsa dinanzi ai giudici. Pallida e dimagrita, non era fisicamente presente in aula ma in collegamento dal carcere di Newhall nel quale è detenuta dal giorno del duplice delitto. Il caso ruota attorno alle perizie mediche su Samira. L'accusa sostiene che abbia ucciso le due bambine ma con "una potenziale responsabilità diminuita".  Tradotto: ci sono i margini per evitare alla giovane il carcere a vita e trasferirla in una struttura protetta. Tutto, però, dipenderà dall'esito degli accertamenti che psichiatri e psicologi potranno e dovranno compiere. Lo stesso Procuratore ha ammesso che "esiste molta collaborazione fra accusa e difesa per questo caso". Entro il 13 aprile dovranno essere consegnate le perizie per stabilire l'incapacità di intendere di volere della donna al momento del duplice delitto.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico