Maria Malfatti, la parente del podestà di Rovereto muore e lascia 5 milioni in eredità alla badante. E i 10 nipoti fanno causa

Il patrimonio di Malfatti comprende numerosi conti correnti, appartamenti di pregio e il palazzo storico di via della Terra

Maria Malfatti, la parente del podestà di Rovereto muore e lascia 5 milioni in eredità alla badante. E i 10 nipoti fanno causa
ROVERETO - Maria Malfatti, discendente di una delle famiglie più importanti e conosciute di Rovereto, avrebbe lasciato l'eredità di 5 milioni alla...

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ROVERETO - Maria Malfatti, discendente di una delle famiglie più importanti e conosciute di Rovereto, avrebbe lasciato l'eredità di 5 milioni alla proprio badante, ingorando così i nipoti. Dopo la lettura delle ultime volontà della donna, i nipoti hanno deciso di presentare querela alla procura di Rovereto per circonvenzione d’incapace.Il sospetto è che, sfruttando i momenti di poca lucidità della zia, la badante si sia fatta nominare erede. A riportare la notizia è il Corriere della Sera. Secondo il quotidiano l’Adige, il patrimonio di Malfatti comprende numerosi conti correnti, appartamenti di pregio e il palazzo storico di via della Terra. Beni che sarebbe riservata interamente all’assistente familiare di nazionalità albanese.

Maria Malfatti, chi è

La donna è parente di Valeriano Malfatti. Nato il 20 novembre 1850 da Cesare e Irene Chiusole a Rovereto, allora sotto il dominio della monarchia asburgica, Valeriano si è laureato in ingegneria al Politecnico di Stoccarda. Dopo essere stato assessore è stato podestà di Rovereto dal 1886 al 1915. È stato anche deputato alla Dieta tirolese dal 1883 al 1909. Membro del partito liberale-nazionale del Trentino, nel 1885 fu eletto al Parlamento di Vienna dove ha coperto anche il ruolo di vicepresidente.

La querela

«Siamo alle fasi iniziali ora sta alla Procura muoversi. Il lavoro della procuratrice De Tedesco è stato ottimo e ha portato al procedimento di sequestro», ha detto il legale della nipote. Al momento, infatti, il patrimonio dell'anziana è stato «congelato».

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Corriere Adriatico