Notti insonni e fame nervosa, l'adolescenza non può proprio andare d'accordo con il lockdown. Ragazzi che vivono chiusi in casa da due mesi senza amici, senza poter...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE: Boccia apre e Ceriscioli se la ride: «Anticipare? Avevo ragione io» Spiagge dal 4, pronta l’ordinanza
Oggi la paura principale per i giovani è quella di non riuscire ad immaginare il loro domani: a rivelarlo è l'indagine Giovani e Quarantena dell'Associazione Nazionale Di.Te. per le dipendenze tecnologiche in collaborazione con Skuola.net che ha intervistato 9.145 giovani in età scolare tra gli 11 e i 21 anni. «In questo momento di isolamento spiega lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, presidente Di.Te i ragazzi non hanno certezze, non riescono a sognare come sarà il loro domani. Avere la capacità di desiderare è il motore della vita: se lo si tiene spento, si rischia di alimentare situazioni spiacevoli mosse dall'aggressività o sopite dall'apatia. Stiamo rilevando l'aumento dei disturbi d'ansia e degli stati depressivi tra gli adolescenti».
Emergono infatti problemi legati soprattutto agli stili di vita, dal sonno all'alimentazione: l'80% degli intervistati va a dormire più tardi la sera, il 49% ha continui risvegli notturni e si sente molto stanco la mattina seguente, mentre il 42% indugia nel letto faticando ad alzarsi e il 46% ha difficoltà ad addormentarsi. Si tratta di disturbi del sonno e del riposo che provocano comunque uno sfasamento generale, che va a incidere poi sulle giornate con effetti nel quotidiano.
Ma non è tutto: più della metà dei giovani intervistati ha cambiato anche le abitudini alimentari. Tra questi, il 58% dice di mangiare di più rispetto a quanto faceva prima del lockdown, 4 ragazzi su 10 ammettono di mangiare a qualsiasi orario mentre il 45% non presta alcuna attenzione a quel che mette in tavola.
Alla base di questi disturbi legati al sonno e all'alimentazione spesso c'è l'uso massiccio degli strumenti tecnologici che, proprio in questa fase di quarantena, rappresentano l'unico modo per mantenere un contatto con gli amici: il 35% dei ragazzi afferma infatti di essere sempre connesso, ma il 74% percepisce comunque un forte senso di solitudine. «La tecnologia - aggiunge Lavenia - è sì social ma non è per nulla socializzante. Fa sentire soli e non contiene le ansie». (L. Loi.) Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico