Laura Ziliani, le figlie e il fidanzato: «Un sacchetto in testa ma non moriva, poi l'abbiamo strozzata»

Gli interrogatori: i farmaci per stordirla, poi la morte. Le figlie: "Ci faceva sentire sbagliate"

Laura Ziliani, le figlie e il fidanzato: «Un sacchetto in testa ma non moriva, poi l'abbiamo strozzata»
BRESCIA - Laura Ziliani, una fine terribile. «Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le...

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BRESCIA - Laura Ziliani, una fine terribile. «Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo». Così Mirto Milani ha raccontato l'omicidio dell'ex vigilessa di Temù, nel Bresciano. Questo emerge dagli interrogatori dei presunti responsabili e viene riportato oggi da alcuni quotidiani, secondo i quali le figlie avevano in passato già provato ad ucciderla perché «ci faceva sentire sbagliate»

 

Il medico legale aveva ipotizzato che, una volta stordita, la vittima fosse stata soffocata con un cuscino. Mirto Milani, Paola e Silvia Zani, hanno anche ammesso anche di aver tentato di uccidere Laura Ziliani il 16 aprile quando le somministrarono una tisana che la fece dormire per oltre 48 ore. «Un episodio che altro non è che il prodromo dell'omicidio» secondo gli inquirenti.

 

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Corriere Adriatico