Si era nascosto sotto le coperte del letto della suocera, rannicchiandosi tra il grembo e le gambe. Era convinto che gli uomini della Squadra mobile non avrebbero mai controllato...
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Aveva solo 17 anni Nicola La Rocca quando uccise un ucraino 46enne con una pistola calibro 7,65 modificata. Un delitto commesso per motivi «sentimentali» in quanto l’uomo non voleva che il giovane, di famiglia criminale, frequentasse sua figlia. Di qui la decisione di ucciderlo: nonostante la sua giovane età fu semplice per lui procurarsi un’arma e freddare il «suocero». Era minorenne, quindi gli fu consigliato di costituirsi: agli inquirenti raccontò, in un primo momento, di aver perso la testa dopo un litigio per motivi di viabilità e fu anche convincente. Ottenne così il trasferimento in un centro di prima accoglienza. La verità venne però fuori successivamente, e soltanto questa estate, dopo undici anni, è arrivata la sentenza definitiva e la pesante pena che lui proprio non voleva espiare. Così aveva fatto perdere le proprie tracce. Sul suo capo infatti pendeva anche un’altra sentenza definitiva per spaccio, avuta qualche mese prima. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico