La data delle nozze fissata per ben due volte. E per ben due volte la fuga del promesso sposo il giorno prima. L’amara scoperta che, a differenza di quanto dichiarato, in...
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La vicenda nasce al culmine di tre anni di relazione sentimentale nella quale i due, per diversi giorni a settimana, hanno convissuto a Roma. La donna, una 41enne nativa in provincia, difesa dall’avvocato Alessandro Piccinini, non si è insospettita del fatto che lui, un 46enne aquilano, G.D.M., evitasse ogni tipo di contatto con la sua famiglia di origine. E così, di comune accordo, si è arrivati a stabilire una prima data delle nozze, nel giugno del 2013, a Roma. Matrimonio civile perché, secondo la denuncia della donna, lui era stato precedentemente sposato, ma era intervenuta una sentenza di cessazione civile. Il giorno prima l’uomo si è sottratto, sostenendo di non poter pagare le spese. E così il matrimonio è stato spostato di tre mesi, a settembre.
Nel frattempo la donna ha sostenuto tutti i costi necessari alla cerimonia. Ma anche in questo caso il 46enne, poche ore prima, è sostanzialmente scappato. A quel punto l’ulteriore, amara, scoperta: G.D.M. era in realtà sposato regolarmente e convivente, con due figli piccoli. La chiusura dei rapporti ha provocato la reazione dell’uomo, che ha iniziato a tempestare l’ex compagna di messaggi telefonici. Ai quali si sono aggiunti due episodi: l’incontro in un parcheggio, nel quale lui ha minacciato il suicidio; quello su un bus, condito da strattoni e percosse. Il giudice, almeno in questa fase preliminare, ha ritenuto sussistenti le accuse sia per lo stalking che per la truffa. Ovviamente accuse che sono tutte da dimostrare nel corso del processo che comincerà a maggio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico