L'infettivologo Stefano Vella, docente di Salute Globale all'Università Cattolica di Roma, durante la trasmissione Agorà su Raitre, ha bocciato i virologi e...
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Si sente parlare di una «situazione stabile», ha sottolineato, ma «questo termine non mi piace. In una situazione epidemica, la stabilità è un brutto segno. Il virus non ha smesso di circolare, è falso che sia meno infettivo, così come non ha smesso di esser pericoloso. Non ci sono prove scientifiche che mostrino che si è indebolito, sta sempre con noi». «Spero - ha aggiunto - la sanità regionale colga i primi segnali di fumo e riesca a isolarli, inutile distinguer tra chi lo porta il virus: i due focolai peggiori sono partiti da due imprenditori». Bisogna avere su tutti i fronti «occhi apertissimi», anche perché, ha concluso, come si è visto «è una epidemia globale non si può ragionare local».
SUL TSO PER I POSITIVI Quanto alla proposta di Trattamento Sanitario obbligatorio per chi è positivo al coronavirus, avanzata dal governatore del Veneto Luca Zaia, per Vella «si può fare, perché è previsto da leggi sanitarie per motivi di salute pubblica.
Corriere Adriatico