Sempre più italiani soffrono di insonnia "Colpa pure dei social, evitare i farmaci"

Sempre più italiani soffrono di insonnia
MILANO - Spegnere la luce e andare a dormire è un problema per 9 milioni di italiani. In un periodo storico difficile, che comporta districarsi tra mille impegni, chiudere...

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MILANO - Spegnere la luce e andare a dormire è un problema per 9 milioni di italiani. In un periodo storico difficile, che comporta districarsi tra mille impegni, chiudere gli occhi e riposare serenamente risulta sempre più complicato. Per questo è nata la giornata mondiale di oggi, 18 marzo, dedicata proprio ad uno dei bisogni essenziali: il sonno.


Carolina Lombardi, medico di Milano specialista in Neurofisiopatologia, docente e responsabile del servizio Medicina del Sonno, ci spiega come affrontare il problema del secolo.

Qual è il campanello d’allarme per capire che abbiamo un problema d’insonnia?
«L’insonnia occasionale. come nel caso dello stato d’ansia per un esame importante. tende a scomparire da sola. Se invece si fatica a prendere sonno per più di un mese, con conseguenze e riflessi negativi durante il giorno, allora davvero qualcosa non va. Ci sono poi i “fortunati”, che dormono meno delle canoniche 8 ore ma non ne risentono».

Che ripercussioni ha durante il giorno non dormire di notte?
«Quelle più avvertibili sono stanchezza, poca concentrazione, cattivo umore. Ma ci sono problemi più gravi che agiscono sul sistema cardiovascolare, immunitario e legati ai ricordi. Durante il sonno il nostro cervello tende a “buttare” i ricordi inutili e a conservare quelli importanti».

I rimedi fai-da-te sono dannosi?
«Da soli si finisce per banalizzare il problema oppure lo si ingigantisce, vivendo poi con l’ansia il momento in cui bisogna andare a letto. In molti finiscono per dare ascolto alla vicina di casa, assumendo farmaci inappropriati e che provocano un’inutile dipendenza».

Qual è dunque il giusto percorso da intraprendere?
«Rivolgersi a centri di medicina del sonno accreditati. Ce n’è almeno uno per regione. Qui degli specialisti sottoporranno il paziente ad esami per capire da cosa dipende il disturbo».

La psicologia c’entra nella cura?
«Assolutamente sì. Alcuni pazienti hanno aspetti del temperamento e della personalità che possono influire. Gli iperattivi, ad esempio, faticano a spegnere l’interruttore la sera. In questi casi, si può procedere con terapie individuali, tecniche di rilassamento muscolare, training autogeno».

Insomma, il sonno è tutto fuorché un momento di vita perso.

«Esatto: dormire è importante quanto mangiare o bere. Bisogna ascoltare il proprio corpo e assecondarlo nel bisogno di riposo. Non a caso. lo slogan della giornata del sonno di quest’anno è questo: “il sonno è un sogno raggiungibile”». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico