ROMA - L'Homo erectus ha lasciato un'impronta. E non da poco: l'antenato dell'Homo sapiens, infatti, portava un 46 di piede ed era alto almeno 1,80 metri. Le orme,...
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Ma non solo, sarà possibile conoscere la statura, il peso e l'incedere e la velocità del passo. «Probabilmente le orme sono di un corpo di 1,70-1,80 metri spiega il professore Coppa con un piede di grandi dimensioni, sul 45-46. Le impronte ci danno questo tipo di informazione, preziosissima, che non possono darci i resti craniali, molto più diffusi». La ricerca è andata avanti con la Sapienza, il Mibact e altre università italiane come quelle di Firenze, Padova, e Torino e le internazionali di Poitiers, Tarragona, Toulouse.
A spiegare l'importanza della scoperta è lo stesso Coppa: «Le impronte umane fossili sono estremamente rare. In Africa ne sono state scoperte a Laetoli in Tanzania e risalgono a 3,7 milioni di anni fa, mentre in Kenya sono emerse a Ileret e Koobi Fora, due siti datati a 1,5-1,4 milioni di anni. Ma finora nessuna orma è riconducibile all'Homo erectus: quelle trovate sono vicine al milione di anni fa, fase di passaggio fondamentale verso l'Homo sapiens».
Gli scavi devono andare avanti: le impronte sono conservate in un sedimento di sabbia limosa indurita e ad oggi ne è stata portata alla luce una porzione di 26 metricubi. «Durante l'ultima campagna sono emersi ulteriori frammenti fossili umani da due differenti siti, a distanza di 100 metri dal primo, tanto che possiamo considerare di aver scoperto ad oggi almeno 5 o 6 individui». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico