Homo Erectus, la scoperta sulle impronte: «Era alto 1,80 e aveva il 46 di piede»

Homo Erectus, la scoperta sulle impronte: «Era alto 1,80 e aveva il 46 di piede»
ROMA - L'Homo erectus ha lasciato un'impronta. E non da poco: l'antenato dell'Homo sapiens, infatti, portava un 46 di piede ed era alto almeno 1,80 metri. Le orme,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - L'Homo erectus ha lasciato un'impronta. E non da poco: l'antenato dell'Homo sapiens, infatti, portava un 46 di piede ed era alto almeno 1,80 metri. Le orme, rarissime e di buona conservazione, sono state portate alla luce da gruppo di ricerca internazionale Eritrean-Italian Danakil Expedition, coordinato dal paleoantropologo Alfredo Coppa dell'università Sapienza durante l'ultima campagna di scavo nel sito di ad Aalad-Amo, nella regione di Buia situata nella parte orientale dell'Eritrea. Il team ha scoperto una superficie di impronte fossili di circa 800.000 anni fa e si tratta delle prime identificabili come appartenenti a Homo erectus, visto che si tratta dell'unica specie di ominidi che abitavano l'area in quel periodo. E, grazie alle analisi in corso, l'antenato dell'Homo sapiens non avrà più segreti: sarà possibile infatti ricostruire nel dettaglio la forma e la lunghezza del piede, la potenza nella camminata e la capacità di muoversi .


Ma non solo, sarà possibile conoscere la statura, il peso e l'incedere e la velocità del passo. «Probabilmente le orme sono di un corpo di 1,70-1,80 metri spiega il professore Coppa con un piede di grandi dimensioni, sul 45-46. Le impronte ci danno questo tipo di informazione, preziosissima, che non possono darci i resti craniali, molto più diffusi». La ricerca è andata avanti con la Sapienza, il Mibact e altre università italiane come quelle di Firenze, Padova, e Torino e le internazionali di Poitiers, Tarragona, Toulouse.

A spiegare l'importanza della scoperta è lo stesso Coppa: «Le impronte umane fossili sono estremamente rare. In Africa ne sono state scoperte a Laetoli in Tanzania e risalgono a 3,7 milioni di anni fa, mentre in Kenya sono emerse a Ileret e Koobi Fora, due siti datati a 1,5-1,4 milioni di anni. Ma finora nessuna orma è riconducibile all'Homo erectus: quelle trovate sono vicine al milione di anni fa, fase di passaggio fondamentale verso l'Homo sapiens». 


Gli scavi devono andare avanti: le impronte sono conservate in un sedimento di sabbia limosa indurita e ad oggi ne è stata portata alla luce una porzione di 26 metricubi. «Durante l'ultima campagna sono emersi ulteriori frammenti fossili umani da due differenti siti, a distanza di 100 metri dal primo, tanto che possiamo considerare di aver scoperto ad oggi almeno 5 o 6 individui». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico