Drogata e violentata in vacanza in Grecia, Julie si suicida tre mesi dopo a 19 anni. «Colpa di quella notte»

Solo ieri la corte di Dublino ha stabilito che quel suicidio era collegato alle violenze subite nell'agosto 2019

Drogata e violentata in vacanza in Grecia, Julie si suicida tre mesi dopo a 19 anni. «Colpa di quella notte»
Si è tolta la vita tre mesi dopo essere stata drogata e violentata mentre era in vacanza in Grecia. Julie Crowe, una ragazza irlandese di 19 anni, è morta nel...

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Si è tolta la vita tre mesi dopo essere stata drogata e violentata mentre era in vacanza in Grecia. Julie Crowe, una ragazza irlandese di 19 anni, è morta nel novembre 2019, tre mesi dopo una terribile notte trascorsa sull'isola greca di Zante, nell'agosto dello stesso anno. Fu drogata e violentata e solo ieri la corte di Dublino ha stabilito che quel suicidio era collegato alle violenze subite. Da quella serata la ragazza aveva sviluppato umore basso e pensieri di autolesionismo. La mamma di Julie, Anna Crowe, ha trattenuto le lacrime mentre ricordava il momento in cui aveva riconosciuto il corpo di sua figlia in ospedale. A telefonarle era stato il marito, Gary, per dirle che la figlia si trovava su un ponte autostradale. Più di un'ora dopo, i medici hanno detto alla famiglia che non sarebbe sopravvissuta e nove minuti dopo è stata tragicamente dichiarata morta.

 

Julie, suicidio per colpa delle violenze

I risultati dell'autopsia hanno confermato che Julie aveva subito ferite gravissime alla testa compatibili con una caduta dall'alto. In precedenza, nel gennaio 2020, la Crowe aveva parlato della morte di sua figlia nel programma Liveline di RTÉ come avvertimento ai giovani nel diffidare dai violenti. Ha raccontato di come Julie si è accorta, parlando con gli amici, di essere stata violentata durante le loro vacanze. La mammadisse all'epoca: «La Julie che è tornata a casa dalla Grecia ragionava su due livelli diversi, uno funzionante e l'altro rotto, cercando di colmare le lacune nella sua memoria dopo essere stata drogata e violentata». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico