ROMA - Le donne hanno maggiore fede rispetto agli uomini e sono più propense alla preghiera. Il motivo, secondo uno studio condotto dall'istituto americano Pew e...
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Per realizzare lo studio, riportato dal 'Daily Mail', i ricercatori hanno condotto diverse interviste utilizzando e incrociando i dati di diversi paesi nel mondo per capire il modo in cui uomini e donne manifestano la propria fede. In Inghilterra, ad esempio, se il 23 per cento delle donne ammette di pregare ogni giorno, solo il 14 per cento degli uomini afferma di fare lo stesso. E mentre per il 25 per cento delle donne la religione è 'molto importante' solo il 18 per cento degli uomini la pensa allo stesso modo.
Quanto agli atei, Pew ha rilevato che il 56 per cento degli uomini non crede in Dio, mentre le donne che si professano atee sarebbero 'solo' il 46 per cento. "Apparentemente ci sono delle prove abbastanza convincenti, come alcuni studi sui gemelli, per ritenere che siano i geni a influenzare la nostra disposizione a essere credenti o meno - afferma David Voas, capo del dipartimento di scienze sociale all'University College di Londra - E' possibile che questo divario di genere sia in parte una questione biologica. Ma ammettendo che si tratti di un fattore genetico, dubito che sia quello che chiamano 'il gene di Dio' (una tesi elaborata dal genetista Dean Hamer, secondo la quale il gene VMAT2 determinerebbe la nostra predisposizione genetica a credere o meno in Dio, ndr)".
"Sembra più facile credere che le differenze fisiologiche o ormonali tra uomini e donne possano influenzare la personalità - conclude Voas - che a sua volta può essere collegata al 'pensiero religioso'". La ricerca ha infine sottolineato che mentre negli 81 paesi del mondo sui quali è stato condotto lo studio, le donne di 30 paesi (nella maggior parte dei casi cristiani) hanno mostrato un'alta percentuale di religiosità rispetto agli uomini, in 28 paesi popolati in maggioranza da musulmani, gli uomini si sono dimostrati più praticanti delle donne. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico