Non è la prima volta che accade in Italia, ma come spesso succede, la solidarietà fa notizia, specie quando si è solidali con i malati come con i propri...
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E così, quando una dipendente della clinica, madre di un bimbo affetto da una patologia importante, ha avuto difficoltà nell'accudire il figlio perché aveva esaurito le proprie ferie, i colleghi non ci hanno pensato su ed hanno chiesto all'azienda di poter donare i propri giorni di ferie non goduti. È stato il marito della donna, anche lui dipendente del Sant'Anna, disponendo di giorni di ferie non ancora goduti, a chiedere di poter cedere quei giorni alla moglie. L'azienda ha cominciato a valutare l'ipotesi ma la notizia, inevitabilmente, ha iniziato a «girare» tra i reparti.
Raccolta la confidenza del collega, uno dei dipendenti l'ha condivisa con un altro.
LA NOTA DELL'OSPEDALE «Sicuramente - è scritto in una nota del Sant'Anna Hospital - non è la prima volta che accade; casi analoghi si sono registrati infatti in molte realtà aziendali italiane e non. Ma la solidarietà non è notizia che 'scade', come si dice in gergo giornalistico. Anzi, in questi nostri tempi che sembrano essere segnati dall'egoismo, ogni gesto di solidarietà diventa non solo notizia ma anche dovere di renderla pubblica».
Il precedente a marzo 2017 in Canada
Un altro precedente a settembre 2017 in Italia
«Una certa retorica chiama questo genere di storie 'gare di solidarietà', ma, a pensarci bene, non c'è alcuna gara e non ci sono vincitori né vinti - conclude la nota - C'è solo il gesto che nasce dal profondo più autentico di quella che fin dalla notte dei tempi chiamiamo umanità e che, appunto, merita di essere ancora raccontata. Il Sant'Anna Hospital è sempre stato orgoglioso del proprio personale, delle sue competenze, della sua professionalità, della sua capacità di accogliere il malato che soffre. Quello che è accaduto, quindi, in fondo non stupisce più di tanto. Di sicuro, però, fa immensamente piacere». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico