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Maurizio Puccio si è rivolto anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo che la sua vita è stata stravolta. «Mi hanno stravolto la vita, umiliandomi», scrive. L'uomo, un 63enne disabile al 100% e una condizione certificata di soggetto fragile, non ha ottenuto la proroga dello smart working, nonostante siano tutti requisiti più che validi per ottenerla.
Proroga negata: niente più smart working
Maurizio Puccio ha solo due anni davanti a sè prima della pensione e, invece, di concedere lo smart working al fine di preservare le sue condizioni di salute, è stato trasferito e demansionato, esposto a rischi davanti uno sportello. La vicenda inizia nel 2023 quando, dopo due anni in smart working a causa delle sue condizioni di salute, Maurizio, responsabile dell’Urp dell’ex Provincia viene reinserito con suo grande stupore in ufficio.
La sua battaglia
«Per avere il rinnovo del lavoro da casa - racconta a Il Fatto Quotidiano - l’amministrazione mi chiede quindi di fare le visite mediche che certificano le condizioni precarie del mio stato di salute.
Spostato a 65 km da casa
Dopo il suo malore al lavoro, sembra esserci una buona notizia per Maurizio. Ma in realtà è un vero e proprio incubo. Ha ricevuto la notizia che il suo lavoro da casa è stato prorogato per tre mesi, ma in un'altra sede. Dovrà lavorare per la sede di Agrigento, a ben 65 km da casa sua. Fino a giugno sarà a casa, ma poi dovrà spostarsi ogni giorno verso la nuova sede. «È una beffa - racconta - a qualcuno ha dato fastidio che io abbia allertato l’ispettorato, ma quello che stanno facendo è grave, non possono trasferirmi, è illegale».
La legge
Secondo quanto dichiara la legge 104 il disabile, infatti, ha diritto di scegliere la sede di lavoro. Ma non solo non hanno seguito i dettami della legge: lo hanno anche demansionato ed esposto a rischi per la sua salute, mettendolo a lavorare al pubblico cosa che, in 20 anni, non aveva mai fatto. Una manovra che ha costretto Maurizio anche a pensare di andare in pensione in anticipo: «Mi hanno stravolto i piani di vita e se non fosse per la mia famiglia non mi sarei più ripreso, non dormivo la notte e sono stato costretto a prendere medicine per il mio stato di salute, mi hanno umiliato».
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