Disabile al 100% chiede proroga per lo smart working, trasferito a 65 km da casa: «Mi hanno rovinato la vita»

A due anni dalla pensione, Maurizio sprofonda in un incubo e si rivolge anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Invalido al 100% chiede proroga dello smart working: «Mi hanno rovinato la vita, umiliandomi», trasferito a 65 km da casa
Invalido al 100% chiede proroga dello smart working: «Mi hanno rovinato la vita, umiliandomi», trasferito a 65 km da casa
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Lunedì 10 Aprile 2023, 16:12

Maurizio Puccio si è rivolto anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo che la sua vita è stata stravolta. «Mi hanno stravolto la vita, umiliandomi», scrive. L'uomo, un 63enne disabile al 100% e una condizione certificata di soggetto fragile, non ha ottenuto la proroga dello smart working, nonostante siano tutti requisiti più che validi per ottenerla.

Proroga negata: niente più smart working 

 

Maurizio Puccio ha solo due anni davanti a sè prima della pensione e, invece, di concedere lo smart working al fine di preservare le sue condizioni di salute, è stato trasferito e demansionato, esposto a rischi davanti uno sportello.

La vicenda inizia nel 2023 quando, dopo due anni in smart working a causa delle sue condizioni di salute, Maurizio, responsabile dell’Urp dell’ex Provincia viene reinserito con suo grande stupore in ufficio.

La sua battaglia

«Per avere il rinnovo del lavoro da casa - racconta a Il Fatto Quotidiano - l’amministrazione mi chiede quindi di fare le visite mediche che certificano le condizioni precarie del mio stato di salute. Nonostante questo mi viene negato lo smart». Un diniego che costringe Maurizio a tornare a lavorare in presenza, ma lui non ci sta e continua la sua battaglia. Dopo aver scritto al presidente della Repubblica, infatti, ha inviato una terza richiesta per lavorare da casa, inoltrando il suo caso anche all’ispettorato del lavoro. «Mi hanno fatto rientrare in ufficio e non mi hanno concesso neanche i dispositivi di protezione fino al giorno che lo stress e l’ansia per quello che accadeva mi hanno fatto star male al lavoro». Maurizio viene così trasportato in ospedale e per le sue condizioni cardiache precarie i medici lo hanno informato che un altro episodio del genere potrebbe aggravare la situazione in modo irreparabile. 

Spostato a 65 km da casa 

Dopo il suo malore al lavoro, sembra esserci una buona notizia per Maurizio. Ma in realtà è un vero e proprio incubo. Ha ricevuto la notizia che il suo lavoro da casa è stato prorogato per tre mesi, ma in un'altra sede. Dovrà lavorare per la sede di Agrigento, a ben 65 km da casa sua. Fino a giugno sarà a casa, ma poi dovrà spostarsi ogni giorno verso la nuova sede. «È una beffa - racconta - a qualcuno ha dato fastidio che io abbia allertato l’ispettorato, ma quello che stanno facendo è grave, non possono trasferirmi, è illegale».

La legge

Secondo quanto dichiara la legge 104 il disabile, infatti, ha diritto di scegliere la sede di lavoro. Ma non solo non hanno seguito i dettami della legge: lo hanno anche demansionato ed esposto a rischi per la sua salute, mettendolo a lavorare al pubblico cosa che, in 20 anni, non aveva mai fatto. Una manovra che ha costretto Maurizio anche a pensare di andare in pensione in anticipo: «Mi hanno stravolto i piani di vita e se non fosse per la mia famiglia non mi sarei più ripreso, non dormivo la notte e sono stato costretto a prendere medicine per il mio stato di salute, mi hanno umiliato».

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