Variante Covid, Pregliasco: «È più contagiosa ma i vaccini dovrebbero funzionare. Uguali gli effetti della malattia»

Variante Covid, Pregliasco: «È più contagiosa ma i vaccini dovrebbero funzionare. Uguali gli effetti della malattia»
Il professore Fabrizio Pregliasco è l'attuale direttore sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, oltre che ricercatore confermato in igiene...

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Il professore Fabrizio Pregliasco è l'attuale direttore sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, oltre che ricercatore confermato in igiene generale ed applicata all'Università degli Studi del capoluogo lombardo. 


Professore dobbiamo preoccuparci di questa variante del virus?
«È un bel regalo di Natale, ci mancava solo questa. Da quello che sappiamo questo nuovo virus aumenta del 70% la sua capacità diffusiva, la trasmissibilità, quindi il contagio può diffondersi più rapidamente. Per quel che riguarda la malattia, per ora non è emersa nessuna variazione sugli effetti, non sembra aumenti né la gravità né la mortalità».

 


Può spiegarci in che modo è più contagioso?
«Questa variante aumenta la capacità replicata che è ha valori più altri dell'attuale R0 (l'indice di trasmissibilità, ndr) che è di 2.5. Ha una trasmissibilità più ampia».

 


Questo può rendere necessario proteggerci diversamente?
«No, in quel senso no, dobbiamo continuare a usare le solite misure: mascherine, distanziamento e disinfettante. Non cambia nulla».

 


Quindi anche le solite mascherine chirurgiche sono sufficienti?
«Sì senza dubbio».

 


Si dice che possa essere in grado di sfuggire agli anticorpi?
«Dalle prime informazioni sembra che i vaccini dovrebbero funzionare ugualmente, servono comunque dati più solidi. È possibile però che gli anticorpi monoclonali possano essere meno efficaci».

 


E chi ha già avuto il virus, almeno nei primi mesi, è comunque immune?
«Anche su questo dobbiamo attendere di avere maggiori informazioni. Resta il principio di precauzione da mantenere sempre».

 


Il governo ha bloccato i voli dalla Gran Bretagna, una misura corretta?
«Sì, ad oggi è stata identificata la presenza di questa variante a Londra, nel sud est dell'Inghilterra, e il blocco è necessario per evitare che si alimenti questa diffusione e che possa arrivare in Italia. Da quello che sappiamo è emersa anche in qualche area dell'Europa come i Paesi Bassi e la Danimarca, oltre ad un'altra variante in Australia».

 


Sui vaccini, Pfizer e Moderna utilizzando la tecnologia mRna sono più facili da aggiornare per eventualmente contrastare la mutazione?
«Ad oggi non sembra necessario, ma qualora si presentasse questa necessità sicuramente sì».

 


E gli altri? AstraZeneca ad esempio utilizza un'altra tecnologia.
«Io credo che oggi ci sia la possibilità di procedere, la vedrei in positivo: c'è una grande capacità oggi di indagine molecolare che in passato non c'era. Abbiamo una straordinaria possibilità di reagire».

 


Tornando in Italia, la curva non sta scendendo più come prima.
«La tipologia di misure che abbiamo utilizzato ha fatto il possibile, è stata comunque una cosa importante, siamo riusciti ad appiattire la curva».

 


Come giudica le misure per Natale?
«A questo punto necessarie, speriamo possano dare un colpo alla curva».

 


Pensa sarà necessario andare oltre il 6 gennaio?
«Il lockdown più è stringente e più è efficace però diventa difficile da attuare sul lungo periodo. Dobbiamo insistere, la tendenza al miglioramento c'è e questo sforzo durante le festività aiuterà sicuramente».

 

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