Covid, Ricciardi: «Le restrizioni salvano anche l'economia ma è difficile capirlo. Ecco perché tanti morti in Italia»

Covid, Ricciardi: «Le restrizioni salvano anche l'economia ma è difficile capirlo. Ecco perché tanti morti in Italia»
«Le restrizioni di fronte al coronavirus servono non solo a salvare il sistema sanitario nazionale, ma anche a preservare l'economia. Questo, però, non sempre...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Le restrizioni di fronte al coronavirus servono non solo a salvare il sistema sanitario nazionale, ma anche a preservare l'economia. Questo, però, non sempre è facile da capire». Si esprime così Walter Ricciardi, ex presidente dell'Iss e consulente del Ministero della Salute, ospite di Domenica In.

 

Coronavirus, torna a parlare Walter Ricciardi

Era quasi un anno che Walter Ricciardi non compariva nello studio di Domenica In, ospite di Mara Venier: era l'8 marzo e il lockdown nazionale era ormai alle porte. All'epoca, il medico ed esperto sanitario aveva messo in guardia sulla contagiosità del virus. Col passare dei mesi, Walter Ricciardi ha spesso lanciato appelli per adottare restrizioni più rigorose di quelle disposte dal governo e dalle regioni, arrivando persino a suggerire lockdown totali per breve tempo all'inizio della seconda ondata.

Coronavirus, Ricciardi: «Difficile capire le restrizioni»

Walter Ricciardi ha parlato di vari aspetti riguardanti le misure anti contagio. «Le restrizioni servono anche a salvare l'economia, con una diffusione incontrollata del virus le conseguenze sulle attività sono ben peggiori. Questo, però, è difficile da capire, specialmente quando un'emergenza del genere diventa prolungata nel tempo. Le persone sono stanche e tendono quindi ad abbassare la guardia, poi c'è una responsabilità della politica» - ha spiegato Ricciardi - «In passato ho proposto di fare zone rosse, totali, come a marzo, in grandi città in cui la diffusione del virus era incontrollata, come Milano, Torino e Napoli. Poi avevo proposto dei lockdown totali ma brevi, per cercare di abbassare la curva. Non voglio parlare della Cina perché è un caso a parte, ma ci sono paesi democratici, come il Giappone e l'Australia, che hanno fatto il lockdown non quando avevano 100mila casi, ma appena 100. La loro tempestività e l'efficacia delle misure hanno fatto sì che l'emergenza potesse essere superata, lì il tracciamento non è mai stato fuori controllo».

 

Coronavirus, Ricciardi: «Ecco perché tanti morti in Italia»

Arriva poi la domanda di Mara Venier, quella che si fanno tantissimi italiani: «Perché da noi abbiamo avuto così tanti morti?». Walter Ricciardi spiega: «Dobbiamo considerare che i decessi sono la conseguenza della circolazione del virus nella popolazione. Poi dobbiamo considerare tre aspetti fondamentali: in Italia la popolazione è tra le più anziane al mondo, abbiamo una notevole longevità ma gli anziani, pur vivendo più a lungo, convivono per diversi anni con più patologie, cosa che non accade in molti altri paesi. Inoltre, siamo stati penalizzati dalla frammentazione della sanità su base regionale».

 

Coronavirus, Ricciardi sui vaccini: «Servono accordi con le aziende produttrici»

Walter Ricciardi parla poi dei ritardi sulle consegne dei vaccini. «Per la prima volta nella storia dell'umanità, ci troviamo alle prese con la necessità di fare una campagna vaccinale di massa a livello mondiale. Per superare la pandemia non dobbiamo vaccinare il 70% della popolazione italiana o europea, ma mondiale. Normale che ci siano dei ritardi nella consegna delle dosi» - spiega il consulente del Ministero della Salute - «Per superare questo problema, è necessario stabilire degli accordi tra governi, istituzioni sovranazionali e aziende per aumentare la produzione in tutto il mondo: abbiamo bisogno di miliardi, non milioni, di dosi».

 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico