Bassetti ammette: «Le mie previsioni erano sbagliate, c'è una seconda ondata importante»

Bassetti ammette: «Le mie previsioni erano sbagliate, c'è una seconda ondata importante»
Matteo Bassetti ammette i suoi errori: le sue previsioni erano sbagliate. In collegamento con L'aria che tira su La7, il direttore della Clinica di Malattie...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Matteo Bassetti ammette i suoi errori: le sue previsioni erano sbagliate. In collegamento con L'aria che tira su La7, il direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria afferma: «Le previsioni, anche quelle che ho fatto io, si sono rivelate sbagliate. È ritornata un'importante ondata di questa infezione e ha trovato medici, sanitari e sistemi già stanchi in molte situazioni per la prima ondata».

LEGGI ANCHE: Coronavirus, 733 nuovi positivi nelle Marche, ma è boom di tamponi/ Il contagio nelle regioni

 

LEGGI ANCHE: Il prof negazionista in cattedra al liceo, frasi choc con gli studenti: «Tutte balle, i morti sono di tumore e dicono Covid»

«In questa situazione non ci siamo solo noi, molti Paesi sono alle prese con gli stessi problemi. È probabile che noi non ci siamo organizzati al meglio, ma quando si ammalano così tante persone il sistema va comunque in difficoltà. Oggi è inutile dire che la colpa è di ciò che non si è fatto durante l'estate, dipende da quello che non è stato fatto negli ultimi 30 anni», aggiunge Bassetti. Quello che vediamo in queste ore, tuttavia, «sembra un timido segnale di rallentamento. Siamo arrivati a 3.000 metri e stiamo correndo, è molto faticoso. Siamo su un plateau ma è molto alto, dobbiamo scendere a 1.500 metri: siamo molto in alto e questo crea enorme pressione sugli ospedali», conclude l'infettivologo.

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico