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Gli ultimi dati Covid in Abruzzo restituiscono un quadro in chiaroscuro. Peggiora l’occupazione dei posti letto in area medica che arriva al 30,1%, superando la soglia per l’ingresso in zona arancione (30%), ma per la terapia intensiva il dato scende a 19,3% (soglia limite 20%). Si registra poi una leggera flessione dei contagi, ma potrebbe non trattarsi di un calo reale della curva, poiché sul dato pesa “l’effetto weekend”: nelle ultime ore sono stati eseguiti 15.607 tamponi, tra antigenici e molecolari, oltre 17 mila in meno rispetto ai due giorni precedenti.
L’incidenza settimanale per centomila abitanti scende a 1.958 (soglia limite 150) e la variazione settimanale è del -14,11%. Cresce però il bilancio dei decessi (2.705), solo ieri si sono registrate sei nuove vittime, di età compresa tra 64 e 91 anni: 2 nell'Aquilano, 2 nel Chietino, 1 nel Teramano e 1 residente fuori regione. In uno scenario in continua evoluzione, uno studio del laboratorio di Genetica molecolare - Test Covid dell'Università di Chieti, diretto dal professor Liborio Stuppia, apre a un approccio diverso nei confronti della variante Omicron del virus, considerata da molti “poco più di un raffreddore”: la Omicron è responsabile dell’80% dei ricoveri della Asl di Chieti.
«La Omicron non solo ha fatto saltare il tracciamento, ma dimostra di non essere poi così innocua», spiega Stuppia. In Rianimazione la presenza di Omicron è raddoppiata, passando dal 23% al 56% dei pazienti intubati. La Delta è presente nel 17% dei ricoverati, con prevalenza in Pneumologia e Geriatria, mentre l’altra è diffusa nell’83%. «I dati confermano che anche Omicron contribuisce alle situazioni più gravi», aggiunge il direttore del Cast. «I numeri descrivono una realtà che si presta a una doppia lettura - chiarisce il manager della Asl 2 Thomas Schael - da un lato mettono in luce la pressione che si sta di esercitando sugli ospedali, dove la disponibilità di posti è ormai al limite, dall’altro correggono il tiro rispetto alla presunta scarsa pericolosità della Omicron, che non è affatto leggera nelle possibili conseguenze e che è all’origine dei ricoveri nell’80% dei casi nella nostra Asl».
Il consigliere regionale Simone Angelosante (Valore Abruzzo) aveva richiesto proprio di sequenziare l’Rna per discriminare le varianti nei ricoveri: «La mia indicazione è stata accolta - annuncia - La nostra regione sarà tra le prime in Italia a possedere questi dati fondamentali per sapere se la variante Omicron è davvero blanda». Una prima risposta arriva proprio dai laboratori di Chieti, che già da tempo stavano lavorando su questi dati ma «servirà un approfondimento, bisogna scoprire di più sui ricoverati: età, stato della vaccinazione, eventuali patologie, ma soprattutto è importante capire il dosaggio degli anticorpi, dato che manca», sottolinea Stuppia. Sono 723 i guariti e 1.527 i nuovi positivi, di età compresa tra 2 mesi e 96 anni, a fronte di 3.300 tamponi molecolari e 12.307 test antigenici eseguiti.
Continua a scendere il tasso di positività: pari al 9,78%. L’Abruzzo segna poi un nuovo record per quanto riguarda gli attualmente positivi e registra il dato più alto di sempre: 69.874 (+796). Salgono a 398 i pazienti (+12) ricoverati in area medica, ma scendono a 35 (-3) quelli in terapia intensiva. A livello provinciale sono 502 i nuovi casi nel Chietino, 365 nel Pescarese, 342 nel Teramano e 276 nell’Aquilano, mentre 12 positivi sono residenti fuori regione e per 28 sono in corso verifiche sulla provenienza.
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