È stata una telefonata «breve», anche perchè «lui aveva il telefono quasi scarico, con poca batteria. Ma gli ha fatto piacere». Così...
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Per mesi Kevin, tra i soccorritori e gli abitanti, era stata una presenza fissa sul molo dell'Isola del Giglio: una presenza silenziosa, mai una parola contro qualcuno, in attesa che il relitto o il mare restituisse i resti del fratello. Un'attesa lunga (durata quasi due anni) che costrinse il giovane, dopo qualche mese, a tornare al suo lavoro a Milano, restando sempre attaccato alla speranza di poter dare una degna sepoltura al congiunto. Cosa che riuscì a fare nei primi giorni di novembre del 2014, quando i resti, gli ultimi restituiti dalla Concordia, vennero trovati all'altezza del ponte 8 del relitto ormai già trasferito a Genova. Una lunga attesa nel corso della quale era anche stato chiamato dal comandante Francesco Schettino, che lo aveva invitato a casa sua, a Sorrento, «ma non sono mai andato. Era anche molto lontano. Roma è più vicina - prosegue Kevin -. Magari riuscirò ad andare a trovarlo in carcere. Lui ha sempre risposto quando, in ogni festività, gli ho mandato gli auguri».
Anche il giovane indiano era rimasto sorpreso, come ieri sera è rimasto sorpreso Schettino, quando nel mese di agosto 2012, quando i sommozzatori erano ancora alla ricerca del corpo del fratello, fu chiamato dall'ex comandante.
Corriere Adriatico