SULMONA - E’ rinchiuso in casa dal 27 marzo scorso, quando cioè alla moglie, infermiera della clinica San Raffaele, venne diagnosticata la positività al...
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Nei fatti, oggi, è l’ultimo e unico positivo rimasto in città (2 in tutta la Valle Peligna) e ieri, per lui, è arrivata l’ennesima doccia fredda: dopo essere risultato negativo al tampone fatto l’8 giugno, infatti, è arrivato il responso di positività a quello fatto mercoledì scorso. Un’alternanza tra positività e negatività (con qualche intermezzo “dubbio”), che va avanti ormai da due mesi e mezzo, da quando cioè il 3 aprile scorso risultò per la prima volta contagiato da Coronavirus. Nel frattempo, già dal 14 maggio scorso, la moglie e uno dei due figli (che erano risultati positivi) si sono negativizzati e per evitare di essere esposti a ricadute sono stati costretti a fare le valige da casa e trasferirsi nell’abitazione dei genitori.
«Da allora vivo praticamente solo rinchiuso in casa - racconta - con la Asl che mi chiama due volte al giorno per verificare le mie condizioni di salute, anche se sin dall’inizio non ho mai avuto sintomi o sono stato male, e soprattutto facendo tamponi quasi due volte a settimana». La roulette russa ricomincerà già da lunedì: un nuovo tampone che se sarà negativo dovrà essere però confermato da un altro tampone negativo. Un caso che anche la Asl fa fatica a spiegarsi, perché le ipotesi di falsi postitivi e di test che falliscono, è poco plausibile, almeno statisticamente, in numero così ripetuto di casi sullo stesso individuo.
«Potrebbe trattarsi, come nel caso dell’altra infermiera della San Raffaele che aveva avuto una ricaduta - spiegano dalla Asl - di sacche di virus nascoste nell’organismo. Monitoriamo comunque la situazione attentamente e attendiamo anche la sua negativizzazione per poter finalmente mettere il sigillo dei zero casi a Sulmona».
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Corriere Adriatico