Il coronavirus in Italia sta riuscendo a ribaltare il più classico degli stereotipi nostrani: quello del "razzismo"...
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Il coronavirus in Italia sta riuscendo a ribaltare il più classico degli stereotipi nostrani: quello del "razzismo" dei settentrionali verso i meridionali. Il diffondersi di Covid-19 quasi esclusivamente al nord ha dato il via a un insolito fenonemo di discriminazione al contrario. C'è chi la prende come un gioco, ma anche chi, concretamente, intende mettere in pratica misure per arginare l'arrivo di settentrionali al sud. Il cartello «Non si affittano case ai settentrionali» impazza sui social e, sebbene non sia ancora chiaro se si tratti di fake o realtà, alimenta il dibattito fra gli utenti.
Come detto, c'è chi vive questo inedito scenario come uno scherzo, ma anche chi coglie l'occasione per litigare e riesumare vecchie polemiche. Su Twitter un utente ironizza: «Rivincita terrona. Non si affittano case ai settentrionali». Ma qualcuno non prende affatto alla leggera la situazione: «In un momento del genere non capisco cosa ci sia da ridere». La maggior parte degli utenti cerca di sdrammatizzare, ribadendo la propria solidarietà nei confronti delle città e delle regioni maggiormente colpite dal coronavirus.
Intanto in Italia c'è chi davvero auspica misure restrittive, come il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, che qualche giorno fa aveva cercato di chiudere i porti dell'isola. O come il governatore della Basilicata, Vito Bardi, che tratta chi arriva a Potenza e dintorni dalla Lombardia e dal Veneto, ma anche da Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna quasi come un appestato: 14 giorni di quarantena per tutti, anche per chi viene da città dove non c'è traccia del coronavirus.
Corriere Adriatico