Una storia drammatica, una delle tante purtroppo scritte dall'emergenza coronavirus. E c'è anche la «tragedia nella tragedia», come l'ha...
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Si tratta dei defunti che le famiglie non hanno potuto reclamare nei cinque giorni prescritti dal nuovo regolamento comunale dei cimiteri, deciso proprio per l'emergenza Coronavirus, a volte perché in quarantena. E per due anni non si potranno costruire monumenti funebri
«Sessantuno croci bianche spiccano sulla terra ancora brulla - scrive oggi Repubblica - appena seminata a prato, del Cimitero Maggiore di Milano.Il nome e la data scritti sopra, raccontano la storia dei milanesi sconfitti nella battaglia del nemico invisibile. I caduti del Covid. Al 'Campo 87' c'è il primo cimitero di guerra in tempo di pace, seicento posti dedicati a chi morto lontano dai suoi cari, ostaggio del Coronavirus». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico