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«Ai negazionisti, anzitutto, voglio dire che il virus esiste eccome ed è terribile». È stato dichiarato malato di coronavirus lo scorso 4 marzo all'ospedale Maggiore di Lodi, tra l'altro dopo una prima polmonite fatta il novembre precedente. È uscito dall'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano sabato scorso. Sette mesi in lotta prima con il virus, poi, con le conseguenze dell'allettamento forzato e di patologie concomitanti. Un vero e proprio calvario: è quello che ha vissuto Stefano, poliziotto in forza alla questura di Lodi fino a quando non si è ammalato e ora, dopo la grave malattia, dichiarato riformato e quindi messo in pensione.
Nei mesi di malattia, l'allora agente è stato trasferito da un ospedale all'altro. Prima a Lodi, poi a Codogno, poi di nuovo a Lodi e poi a Sant'Angelo Lodigiano. È qui che inizia, a tampone diventato negativo il 18 aprile scorso, una seduta dopo l'altra di riabilitazione.
«All'inizio - racconta - non riuscivo nemmeno a stare in piedi.
Corriere Adriatico