Contagiato a marzo, poliziotto di Lodi lascia l'ospedale dopo sette mesi: «Ai negazionisti dico che il virus esiste ed è terribile»

Contagiato a marzo, poliziotto di Lodi lascia l'ospedale dopo sette mesi: «Ai negazionisti dico che il virus esiste ed è terribile»
Contagiato a marzo, poliziotto di Lodi lascia l'ospedale dopo sette mesi: «Ai negazionisti dico che il virus esiste ed è terribile»
1 Minuto di Lettura
Lunedì 12 Ottobre 2020, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 18:37

«Ai negazionisti, anzitutto, voglio dire che il virus esiste eccome ed è terribile». È stato dichiarato malato di coronavirus lo scorso 4 marzo all'ospedale Maggiore di Lodi, tra l'altro dopo una prima polmonite fatta il novembre precedente. È uscito dall'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano sabato scorso. Sette mesi in lotta prima con il virus, poi, con le conseguenze dell'allettamento forzato e di patologie concomitanti. Un vero e proprio calvario: è quello che ha vissuto Stefano, poliziotto in forza alla questura di Lodi fino a quando non si è ammalato e ora, dopo la grave malattia, dichiarato riformato e quindi messo in pensione.

Nei mesi di malattia, l'allora agente è stato trasferito da un ospedale all'altro. Prima a Lodi, poi a Codogno, poi di nuovo a Lodi e poi a Sant'Angelo Lodigiano. È qui che inizia, a tampone diventato negativo il 18 aprile scorso, una seduta dopo l'altra di riabilitazione.

«All'inizio - racconta - non riuscivo nemmeno a stare in piedi. Mi veniva da pensare che non ce l'avrei più fatta a camminare. Invece, poi, con la forza di volontà e buoni fisioterapisti, a poco a poco, piano piano, mi sono rimesso in piedi: ma dopo mesi». E ora, a chiunque gli dice di dimenticare e svagarsi, per quanto possibile, risponde: «Piano piano perché prima, dopo un'esperienza così terribile, devo davvero ritrovare me stesso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA