ROMA - Nasi che si allungano o gambe che si accorciano, capire se una persona sta dicendo una bugia non è poi così difficile. "L'importante è...
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"E' una capacità che può essere sviluppata con la pratica", racconta dal canto suo David Matsumoto, professore di psicologia presso la San Francisco State University, al 'Mail online'. Matsumoto è anche un consulente per forze dell'ordine e agenzie di intelligence e amministratore delegato di Humintell, una società che addestra agenti di polizia e avvocati a 'leggere' le emozioni.
I due esperti parlano di cambiamenti, non uguali per tutti, della persona che si ha davanti. E bastano 20-30 secondi per capire se sta mentendo. Cambiamenti che possono essere sia verbali che non. I bugiardi possono spaccare il capello, rifiutarsi di rispondere, cambiare argomento o il tono, contestare una domanda o magari gesticolare mentre protestano, ha affermato Matsumoto.
Ad esempio una tecnica utilizzata dalla polizia è quella di fare domande a salti, perché i 'ricordi falsi' vengono costruiti con un ordine cronologico. E non è detto che una persona agitata stia per forza mentendo. La chiave sta nel cambiamento. E spesso a 'tradire' è il sorriso, afferma Meyer secondo il quale un vero sorriso si vede negli occhi, uno falso sta solo sulla bocca. Fai attenzione anche a un sorriso di disprezzo, quello con un angolo del labbro arricciato, proprio di chi pensa di essersela cavata. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico