Buco dell'ozono, l'allarme del Copernicus: «Ha raggiunto la sua estensione massima»

Il buco dell'ozono ha raggiunto la sua massima estensione in ampiezza e profondità. Lo afferma Copernicus climate change service (C3s), implementato dal Centro europeo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il buco dell'ozono ha raggiunto la sua massima estensione in ampiezza e profondità. Lo afferma Copernicus climate change service (C3s), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio da parte della commissione Europea. «Il buco dell'ozono di quest'anno - viene spiegato - ha raggiunto la sua massima estensione e in generale grandi dimensioni a livello di profondità e ampiezza negli ultimi anni». Le concentrazioni nella stratosfera sono arrivate a valori vicini allo zero in Antartide a causa di un vortice polare. È stato osservato - spiega Copernicus - che «le concentrazioni di ozono stratosferico si sono ridotte a valori prossimi allo zero in Antartide intorno ai 20-25 km di altitudine (50-100 hPa), con la profondità dello strato di ozono appena inferiore a 100 unità Dobson, circa un terzo del valore medio».


 

La causa è «un vortice polare forte, stabile e freddo»; gli scienziati dicono che «il buco dell' ozono nel 2020 ha raggiunto la sua massima estensione». «Il modo in cui si sviluppano cambiamenti nel buco dell' ozono ogni anno è molto variabile - commenta Vincent-Henry Peuch, direttore di Copernicus atmosphere monitoring service - il buco dell' ozono del 2020 assomiglia a quello del 2018» che «era abbastanza grande e tra i primi della classifica degli ultimi quindici anni».


«Con i raggi del sole che sono tornati verso il Polo Sud nelle ultime settimane, abbiamo assistito a una continua riduzione dell' ozono nell'area - rileva Peuch - dopo il buco dell' ozono insolitamente piccolo e di breve durata nel 2019, favorito da condizioni meteorologiche speciali, ne stiamo registrando uno piuttosto grande anche quest'anno, il che conferma che dobbiamo continuare ad applicare il protocollo di Montreal che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono». Secondo Copernicus dal momento che «lo strato di ozono stratosferico funge da scudo, proteggendo dalle radiazioni ultraviolette potenzialmente dannose, è della massima importanza monitorare i cambiamenti». Inoltre vengono tenute sotto controllo anche «la quantità di radiazioni Uv che raggiungono la superficie terrestre, che dipendono anche dalle nuvole e dagli aerosol nell'atmosfera».

 
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico