MONZA - Il tribunale dei Minori di Monza aveva tolto un bambino di 5 anni alla madre per «rischio psico-evolutivo» e lo aveva affidato al...
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Dietro questa storia, una lunga battaglia tra i genitori dopo la separazione per l'affido del figlio. La mamma è residente in Brianza e il papà in provincia di Bergamo. Lo scorso ottobre, racconta Il Giorno, il Tribunale civile di Monza ha tolto alla madre il bambino, già seguito dai servizi sociali, affidandolo al padre. Il giudice si è basato per la decisione sulle conclusioni della consulenza psicologica d’ufficio, secondo cui il rischio per il piccolo viene dai comportamenti della madre «che sottendono un radicato convincimento della pericolosità e nocività della figura paterna» e «rappresentano un pregiudizio e un rischio evolutivo significativo sui processi maturativi» del bambino, «che appare esposto allo sviluppo di una rappresentazione maschile dannosa».
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La mamma del bambino ha presentato un'istanza urgente lo scorso gennaio al Tribunale sostenendo che il bambino non stava bene. «Era da mesi che segnalavamo lo stato di pericolo in cui si trovava, a causa dell’incuria e della decisione di allontanarlo dalla mamma per affidarlo al padre che vive in un paesino di montagna, nemmeno 300 anime, tre bambini appena, la scuola più vicina a venti chilometri – sostiene il legale della donna – Tanto il padre si è disinteressato di lui che non vivrebbero nemmeno insieme, ma lo avrebbe affidato alla sorella. Con numerose prove fotografiche era stato chiesto nuovamente al giudice di riaffidare il bimbo alla madre: il piccolo versava in uno stato di incuria e malnutrizione da fare pena. Da quanto era sporco aveva le croste sul collo e aveva sviluppato infezioni da funghi alle mani e ai piedini; un vistoso eritema ai glutei era dovuto invece all’assenza di igiene anche della biancheria. Il bambino continuava, poi, a perdere peso per la malnutrizione».
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L’udienza al Tribunale era fissata alla fine di marzo.
Corriere Adriatico