PAESE - Abbandonata a scuola. La bambina di 10 anni resta sempre in classe assieme ai compagni. Il punto è che ha la disprassia, disturbo che provoca il blocco dei...
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La madre ha fatto di tutto per fare in modo che la figlia non venisse più lasciata parcheggiata su un banco di scuola. Negli anni scorsi è stata la stessa famiglia a coprire i buchi nel servizio pagando di tasca propria un assistente alla comunicazione, anche fino a 1.200 euro al mese. Poi ha scritto a mezzo mondo, a partire dall'Usl della Marca, e ha fatto intervenire anche Striscia la notizia. Per un po' le cose sono migliorate. C'erano state rassicurazioni di ogni tipo. Ma ora si è punto e a capo. Negli ultimi giorni la bambina è rimasta ancora una volta senza mediatore Lis. Sembra una condanna. Lo scorso novembre l'Usl aveva assicurato che sarebbe stata seguita a scuola per 20 ore a settimana da un addetto all'assistenza che conosce la Lingua dei segni, come prevede il servizio che viene erogato alle persone sorde. Effettivamente era stata individuata una nuova persona. Ma non è bastato. E così la madre è tornata a prendere carta e penna e ha scritto al governatore Luca Zaia, ai vertici dell'azienda sanitaria provinciale e agli assessori regionali alla Sanità e all'Istruzione, Manuela Lanzarin ed Elena Donazzan, oltre che all'ufficio scolastico. «In alcune occasioni continua a mancare il servizio Lis. E non c'è una maestra formata e preparata in tale ambito spiega la madre perciò mia figlia non può assolvere l'obbligo scolastico. Senza servizio Lis, per lei vuol dire andare a scuola e rimanere con la maestra di classe anche per otto ore senza alcun ponte per la comunicazione. A livello pratico, non può comprendere o esprimersi durante le lezioni di italiano, matematica, geografia, storia e così via».
La famiglia non ha nulla da ridire sul mediatore che le era stato assegnato lo scorso novembre. Anzi. «E' un'eccellente e bravissima persona, altamente preparata e formata in ambito Lis specifica la donna ha tutta la stima della famiglia, oltre che dei medici, per come sta lavorando». «Ha un ruolo importantissimo aggiunge perché permette a nostra figlia e alle maestre, di sostegno e di classe, di svolgere il programma didattico e scolastico». Fatto sta che il servizio non è sufficiente. E la piccola si ritrova ancora da sola. La madre ha già chiesto la possibilità di andare a fare lei stessa da mediatrice nei momenti in cui non c'è la disponibilità di nessun addetto alla comunicazione. Ma le è stato risposto picche. E ora lancia una nuova idea. «Tutto questo caos sarebbe banalmente risolvibile con una convenzione tra la scuola e l'Università Ca' Foscari conclude la donna in caso di assenza, oggi non vengono assegnati sostituti. A volte non vengo nemmeno a sapere se c'è qualcuno o meno. Sinceramente ritengo che una situazione del genere non sia rispettosa per mia figlia così come per qualsiasi individuo che si trova a vivere questo disagio. E' dal 2013 che continuo a esprimere le esigenze della bambina. Nel febbraio del 2018 è stata fatta una legge importante a riguardo. Ma quand'è che il tutto porterà a un servizio di Lingua dei segni che possa supportare davvero chi ne ha bisogno?».
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Corriere Adriatico