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SAN BENEDETTO - Un’estate tutta da inventare e non solo per la pandemia che non accenna a mollare la presa. Sandro Assenti, presidente di Ascoli e Fermo della Confesercenti ha riunito virtualmente, nei giorni scorsi, gli stati generali della categoria per affrontare i problemi più urgenti che non guardano solo al contingente ma si proiettano oltre, perché la maggior parte di essi non è Covid dipendente.
In primo luogo è emersa la difficoltà degli operatori riguardo la direttiva Bolkestein che continua ad agitare le loro notti. Il Comune di San Benedetto, su 117 chalet, ha prorogato sostanzialmente la concessione solo a una decina. Gli altri rischiano di non avere un titolo formale con il quale presentarsi in banca per ottenere finanziamenti o per fare investimenti. «Chiariamo subito - dice il rappresentante della categoria - che, seppure in assenza di un pezzo di carta, la concessione è sostanzialmente prorogata fino al 2033 come da legge.
Questo anche perché ci sono fondi statali, che la Regione dovrà a sua volta richiedere al governo, e che già in Emilia Romagna sono stati intercettati per la ristrutturazione dei manufatti. «Anche in questo senso stiamo facendo opera di sensibilizzazione in regione come Confesercenti per l’indizione dell’apposito bando». A tenere con il fiato sospeso i concessionari di spiaggia c’è anche il Piano della costa.
Presentato l’anno scorso agli operatori dalla Regione come uno strumento espansivo, all’atto dell’approvazione si è rivelato invece restrittivo e a san Benedetto provocherà l’eliminazione di tutte quelle strutture, dai tavolini per il pranzo ai gazebo ai campi da beach volley e bocce o giochi per bambini, che attirano i turisti. «Anche in questo senso stiamo premendo sulla regione affinché cambi questa legge che avrebbe un impatto negativo anche sulle demolizioni e ristrutturazioni». Infine i timori. Anche quest’anno la Pasqua, storicamente metro di giudizio per capire come andrà la stagione estiva salterà per via del Covid. L’anno scorso, alla fine dell’estate, i concessionari riuscirono a limitare le perdite ma quest’anno il timore è che si faccia la fine delle piste da sci. «In questo caso - chiude Assenti - dovremmo attrezzarci per tempo». Chiedendo, magari, come invocano alcuni, danni e non semplici ristori.
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Corriere Adriatico