SAN BENEDETTO - Con l'avviso di chiusura delle indagini nei confronti di 19 persone si è conclusa l'operazione “Fish Frode”, coordinata dal...
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Le indagini, avviate nel 2014, hanno permesso di scoprire che attraverso la clonazione di società per azioni del settore alimentare veniva acquisita fraudolentamente merce poi riciclata nella grande distribuzione. Il presunto gruppo criminale disponeva di magazzini, uffici, aziende compiacenti o appositamente costituite mediante dei prestanome, logistiche attrezzate con celle frigorifere, furgoni, schede telefoniche e indirizzi telematici artificiosi. Le società danneggiate sono italiane, alcune anche molto note, e straniere, del Regno Unito, Olanda, Isole Faroe, Irlanda e Spagna. Da questi paesi arrivavano prodotti ittici che poi venivano venduti ad Ancona, San Benedetto e in Puglia. Le truffe venivano portate a termine contattando telefonicamente o in via telematica le aziende fornitrici utilizzando nomi di società clonate o compiacenti. La merce veniva quindi stoccata in magazzini e strutture per la conservazione di alimenti surgelati per essere successivamente spedita. Ora gli indagati avranno venti giorni di tempo per produrre memorie o chiedere di essere interrogati. Il giudice per l’udienza preliminare deciderà poi se rinviarli a giudizio o proscioglierli.
Non molti sanno che alcune specie dallo scarsissimo valore nutrizionale che arrivano da Paesi lontani vengono spacciate per pesce pregiato. Da noi arrivano in filetti congelati bianchi e visto il costo, che si aggira sui 4 euro all’ingrosso, finisce spesso nelle mense oppure viene spacciato da furbi commercianti per filetti più nobili quali il merluzzo o la cernia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico