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La battaglia
Il comitato Fermiamo il consumo di suolo riprende la propria battaglia ora che San Benedetto, dopo 30 anni, saraebbe pronta a realizzare un nuovo Piano regolatore e avverte: «I terreni aperti sono una risorsa vitale per la sicurezza e la salute dei cittadini».
I terreni
«Un suolo “libero” - spiegano ancora gli attivisti - assorbe fino a 3750 tonnellate d’acqua per ettaro o 400 millimetri di piogge, e noi di San Benedetto – il cui territorio è tutto a rischio idrogeologico - ci accorgiamo ogni anno di più dell’importanza di queste cifre». E ancora un ettaro di terreno trattiene 42 tonnellate di anidride carbonica all’anno, fino a 500 chili al giorno di anidride carbonica e polveri sottili e contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione delle isole di calore. «Ecco perché non sono “campi abbandonati” come qualcuno si ostina a dire, ma sono indispensabili alla nostra città». Nel mirino degli ambientalisti ci sono il polo sportivo di zona Brancadoro, quello ospedaliero di Ragnola e la variante edilizia nella zona del mare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico