Stoccaggio gas, San Benedetto chiede al ministero di essere esclusa dai siti dopo la vittoria in tribunale

I rappresentanti delle associazioni con il vice sindaco Capriotti
SAN BENEDETTO - La città di San Benedetto non deve essere più un sito di stoccaggio del gas. È quanto chiedono a gran voce l’associazione Ambiente e...

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SAN BENEDETTO - La città di San Benedetto non deve essere più un sito di stoccaggio del gas. È quanto chiedono a gran voce l’associazione Ambiente e salute nel Piceno, il Comune di San Benedetto e quello di Martinsicuro. La partita è vinta ma ancora potrebbero esserci dei tempi supplementari e quindi la Riviera incrocia le dita. 

 
La Gas Plus bocciata
Lo scorso 13 luglio il Ministero della transizione ecologica e il Ministero dei Beni culturali hanno emanato il decreto che boccia la richiesta della Gas Plus, società che aveva avanzato il progetto di gestione dell’impianto all’Agraria. Società francese che ha comunque 30 giorni di tempo per presentare ricorso al Tar o 120 giorni per l’appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La valutazione di impatto ambientale aveva avuto parere positivo nel 2014 e nel 2019 la Gas Plus aveva fatto richiesta per altri 5 anni fino allo scorso luglio quando è stata bocciata la richiesta. Quindi ancora si rimane con il fiato sospeso. Per ora i Comuni e le associazioni invieranno una lettera al Ministero dell’Ambiente per chiedere la cancellazione di San Benedetto tra i siti per lo stoccaggio. Sul fronte comunale il vice sindaco Tonino Capriotti ha puntualizzato che sarà riportata in consiglio comunale una mozione come quella votata in passato per ribadire il no allo stoccaggio trattandosi di una battaglia apolitica. 


Il parere
«La commissione ministeriale – ha spiegato Alfredo Vitali presidente di Ambiente e salute – ha elaborato un parere approfondendo tutti gli aspetti tecnici evidenziando lacune documentali e sugli aggiornamenti. In particolare per quanto riguarda la Sentina mancavano aggiornamenti sull’ambiente idrico e mancava una valutazione di incidenza. Inoltre sono state evidenziate irregolarità come la recinzione dell’area di stoccaggio che ricade sulla fascia a tutela integrale del fosso collettore. Ma in particolare mancava la concessione della proroga di un piano di decommisioning, ovvero di smantellamento, che invece è obbligatorio. Quindi era assente la documentazione sulla dismissione dell’impianto che prendesse la rimozione delle strutture installate e il recupero delle aree». Sull’esito finale avrebbe inciso anche il cambio dei membri della commissione ministeriale sia per la valutazione di impatto ambientale che per la valutazione ambientale strategica. 


La bocciatura


«E’ una bocciatura così tecnica- ha spiegato il vice presidente di Ambiente e salute Massimo Bartolozzi - che un eventuale ricorso al Tar sarebbe difficilissimo. Ma vogliamo chiedere al Ministero di depennare definitivamente San Benedetto quale sito tra quelli potenzialmente idonei. Solo così potremmo essere tranquilli». Lo stesso bisogno di gas che oggi si registra in Italia, a seguito del conflitto russo, non fa cambiare idea su una possibile utilità dell’impianto visto il rischio rilevante di incidente che comporta tale sito e proprio in pieno centro abitato.

 

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Corriere Adriatico