Retare, funai e teatro in una magica serata per sambenedettesi e turisti

Retare, funai e teatro in una magica serata per sambenedettesi e turisti
SAN BENEDETTO - "Sapori e saperi del mandracchio”, il ritorno alle origini di via Laberinto. Retare, funai e tanto teatro dialettale in una serata indimenticabile per...

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SAN BENEDETTO - "Sapori e saperi del mandracchio”, il ritorno alle origini di via Laberinto. Retare, funai e tanto teatro dialettale in una serata indimenticabile per sambenedettesi e turisti.






È stata coronata da un successo l’iniziativa “Sapori e saperi del Mandracchio” svoltasi in via Laberinto, uno dei luoghi simbolo della vocazione marinara cittadina, un piccolo grande scrigno d’identità sambenedettese parallelo all’eleganza di corso Moretti e via XX Settembre.

Nel cuore di agosto e nel cuore della vecchia San Benedetto marinara che, seppur cambiata nel corso del tempo, ha mantenuto integro l’assetto urbano de “i pajarà” (nome con cui veniva chiamata la zona di via Laberinto), sono rivissuti alcuni mestieri tipicamente marinari che per molto tempo sono stati esclusiva fonte di sostentamento di molte famiglie sambenedettesi. Un’iniziativa sviluppata con il contributo del Museo del Mare che ha fornito numerosi oggetti utilizzati nella rievocazione.

Tantissimi visitatori hanno invaso l’arteria per tutta la serata: c’erano turisti alla scoperta della cultura della loro meta vacanziera ma c’erano anche sambenedettesi che hanno avuto modo di riscoprire le proprie radici.

Tra le molteplici attrazioni dell’evento, grande successo ha registrato la “grande ruota”, simbolo di una professione, quella delle “retare”, che soltanto nel secondo dopoguerra ha avuto quella meccanizzazione figlia della rivoluzione industriale. Eccellente riscontro anche per le visite guidate, che hanno fatto scoprire e riscoprire al visitatore quattro secoli di sviluppo del Mandracchio, dal 1600 ai giorni nostri, e l’architettura della “casa bassa” e della “casa cielo-terra”, “leit motiv” urbanistico dell’arcaica San Benedetto.


Non è mancata la parte dialettale e teatrale, appannaggio degli attori della “Ribalta Picena” che hanno riproposto i saperi professionali dei canapini, dei filatori, dei funai, dei marinari, dei pescivendoli, delle retare, delle velare e dei retieri attraverso il fascino e l’unicità del vernacolo sambenedettese. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico