Da domani inizia il recupero del peschereccio affondato

Il sopralluogo dei tecnici
SAN BENEDETTO - Domani dovrebbe entrare nel vivo la fase di recupero dello Stella Bianca, il peschereccio naufragato la sera del 3 dicembre scorso. ...

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SAN BENEDETTO - Domani dovrebbe entrare nel vivo la fase di recupero dello Stella Bianca, il peschereccio naufragato la sera del 3 dicembre scorso.




Ieri sera è infatti arrivato a San Benedetto il pontone Duilio della Carmar di Ancona che, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto sambenedettese dovrà fornire da supporto per l’escavo della sabbia che ha circondato buona parte dello scafo dell’imbarcazione nel cui naufragio ha perso la vita il comandante Livio Capriotti.







Una volta effettuato questo intervento, che potrebbe prendere il via già nel pomeriggio di oggi ma, certamente, entro domattina, sarà necessario attendere l’arrivo di un altro pontone: il Ciclope, lo stesso che nel maggio di quattro anni fa raggiunse la costa a ridosso della spiaggia di Grottammare per recuperare il relitto dell’Iris, un altro peschereccio che finì fuori rotta e si incagliò ad una manciata di metri dalla battigia. In quel caso perse la vita un esperto marittimo: Francesco Voltattorni.



Lo scafo dello Stella Bianca dovrà essere rimosso dallo specchio d’acqua a ridosso della punta del molo Sud entro la giornata di venerdì. Al via, insomma, le operazioni che saranno portate avanti in un clima surreale praticamente alle porte del periodo natalizio. Il recupero della barca rievocherà nella memoria di molti le tristissime immagini del naufragio del Rodi.



La presenza di quel relitto è indissolubilmente legata alla morte del povero Livio Capriotti, il marittimo di 31 anni che ha perso la vita nel tentativo di salvare lo scafo. I marittimi del porto sambenedettese, in questi giorni, si stanno organizzando per aiutare la famiglia dello sfortunato comandante della barca che ha lasciato la moglie, Simona, e un figlio molto piccolo.



Sulle cause e la dinamica del naufragio la Capitaneria, nei giorni successivi alla tragedia, ha portato avanti delle indagini le cui conclusioni sono ora state trasmesse in Procura. Al naufragio del peschereccio è scampato un marittimo imbarcato: Andrea Abate, pescato dalla Capitaneria di Porto pochi minuti dopo l’affondamento della barca in stato di ipotermia.

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Corriere Adriatico