San Benedetto, insulti e cinghiate gara amatoriale diventa un incubo

La partita
SAN BENDETTO - Una domenica da incubo, una partita di calcio amatoriale macchiata da comportamenti che dovrebbero essere distanti anni luce dai campi di calci, soprattutto a quei...

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SAN BENDETTO - Una domenica da incubo, una partita di calcio amatoriale macchiata da comportamenti che dovrebbero essere distanti anni luce dai campi di calci, soprattutto a quei livelli. Perché i ragazzi scesi in campo con la maglia della Real Fefo, per la finale regionale del campionato amatori, tutto si aspettavano fuorché vedere i propri parenti e amici arrivati al “Martellini” di Porto Sant’Elpidio venire aggrediti da un gruppo di tifosi al seguito di una squadra anconetana chiamata Pietralacroce 73. Invece, stando a quanto riferiscono i malcapitati calciatori, così è stato. Spinte e bottigliate a donne ed anziani genitori. E’ tutto accaduto nella serata di venerdì 7 giugno durante il match valevole come finalissima tra le squadre vincitrici dei rispettivi titoli provinciali degli Amatori.


 

«E poteva pure finire peggio» spiegano con amarezza dalla società sportiva nata in onore del mitico "Fefo" del bar King di via Voltattorni. «Noi pensavamo di andare a vivere una giornata di festa. Le nostre fidanzate, i nostri parenti e i nostri amici sono stati disposti in una tribunetta adiacente, praticamente attaccata, allo spazio in cui hanno preso posto una quindicina di sostenitori della squadra avversaria che però non erano parenti al seguito ma pseudo ultras dell'Ancona». I supporter della Pietralacroce erano ad un paio di metri di distanza dal gruppo al seguito della Real Fefo. «Fin dall'inizio della partita hanno iniziato ad insultare - continuano - "pesciaro di m...", "stai zitto", "mettiti seduto" e frasi di questo tenore. Il tutto accendendo fumogeni e sparando petardi, ma questo alla fine ci può anche stare». Nella ripresa (dopo un primo tempo finito a reti bianche) è accaduto il parapiglia perché, in vantaggio, è passata la formazione sambenedettese. «Già dal campo - continuano i giocatori - avevamo notato che c'erano stati dei battibecchi sugli spalti ma quando siamo passati in vantaggio e siamo andati ad esultare verso il settore dove erano presenti i nostri amici e i nostri parenti il gruppo dei tifosi adiacente ha iniziato a farne di tutti i colori con cinghie e bottiglie di vetro». Tra le persone al seguito della formazione sambenedettese c'era anche una ragazza incinta.  Ad intervenire per evitare che la situazione degenerasse sono stati i volontari della Croce Verde di Porto Sant’Elpidio che hanno anche soccorso una ragazza e che hanno atteso l’arrivo dei carabinieri.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico