SAN BENEDETTO - Che la linea retta sia la più breve tra due punti è un principio della geometria. Ma in città ci sono strade, panchine, a volte palazzi che...
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Doti di coordinazione e l’ambizione di voler superare i propri limiti con una adeguata preparazione atletica: così queste discipline sarebbero alla portata di tutti. Ma sarà proprio così?
«Ci sono molti cialtroni - aggiunge Tulli -. Quelli che magari poi finiscono sul giornale per aver combinato danni. Noi, ad esempio, non invadiamo mai la proprietà privata. Ci alleniamo alla palestra dell’Agraria con l’associazione Mamoti dove facciamo solo corsi di arti marziali, ginnastica artistica e altre attività propedeutiche. Poi qualcuno passa allo street trial (con le bici sui massi ndr) la disciplina di Vittorio Brumotti o al parkour vero e proprio o si indirizza altrove ma con padronanza del suo corpo». Non c’è un’età specifica per dedicarsi a questi nuovi sport mentre le spese possono variare da pochi spicci ai 3000 euro delle biciclette più evolute. Chiaramente però fanno più presa sui ragazzi.
«Noi siamo circa una ventina di ragazzi che si divertono così - nota Tulli - Ma mi ha chiesto di insegnargli il parkour anche un signore di 54 anni che dovrà allenarsi parecchio perché il segreto è lì. Ci si può fare male anche facendo una capriola se non ci si sa muovere. Per il resto basta un paio di scarpette nella maggior parte dei casi o le bici meno costose come le Bmx con le quali molti salgono su panchine, ringhiere o muretti. E poi adesso stiamo provando un gioco nuovo, comunque, lo slacklining». E ce ne sono di ragazzi all’interno delle principali pinete, del lungomare o del centro che camminano sopra una fettuccia in poliestere di quelle usate per trainare i camion. Le stendono tra due alberi e vi camminano in bilico, da un estremo all’atro. Insomma, c’erano una volta i carretti o gli elastici come giochi da ragazzi. «E ci sono ancora - chiude Tulli -: noi li abbiamo rifatti e scendiamo giù per le discese». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico