OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SAN BENEDETTO - C’è chi, come l’imprenditore Lorenzo Marinangeli, se la prende con l’Europa matrigna che blocca la pesca e chi, invece, come lo storico chef Federico Palestini della Caserma Guelfa con la tesoriera della Condotta Slow Food della Valdaso e San Benedetto, sostiene che senza Parco Marino, zone di ripopolamento e periodi di fermo biologico entro pochi anni non esisterà più il buon pesce dell’Adriatico.
L’attacco
L’attacco del commerciante ha fatto trasalire il noto ristoratore. «Il mare non è dei pescatori o di chi vuole sfruttarlo - dice -: il mare è di tutti.
Le motivazioni
«Come Condotta oggi San Benedetto Valdaso - spiega Consorti - ci siamo sempre battuti per la salvaguardia della biodiversità e l’uso sostenibile dei mari perché il mare è un bene comune non una risorsa da sfruttare. È ovvio che non possiamo trascurare che la crisi climatica, la pesca intensiva e quella non regolamentata sono problematiche complesse che vanno affrontare con urgenza e senso pratico. Il sistema è anacronostico. La realizzazione di un’area marina protetta del Piceno è il primo passo da fare se vogliamo non solo continuare a mangiare pesce ma anche a sostenere la nostra economia locale. Non capisco chi si oppone: abbiamo esempi virtuosissimi anche vicino casa, la Torre del Cerrano ad esempio. Chi creava ostacoli all’inizio oggi ne gode i benefici. Anche la vicenda del granchio blu ci fa capire che dobbiamo partire dagli ecosistemi e dalla loro tutela, non basta metterlo in padella».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico