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Due ospedali a metà
«Il Piceno avrà un ospedale di primo livello su due plessi, metà circa ad Ascoli e metà a San Benedetto- spiega il coordinatore del circolo sanità del Pd - Per i cittadini significa che per alcune patologie dovranno rivolgersi al plesso di Ascoli e per altre a quello di San Benedetto a prescindere da dove essi risiedono.
La discussione politica
Neroni torna a ricordare il progetto svanito di avere un unico ospedale con tutti i reparti su cui tanto aveva lavorato il Pd e lo fa sottolineando i disagi che due plessi potrebbero comportare. «I sindaci di tutti Comuni del Piceno – chiede Neroni - soprattutto delle aree interne, hanno approfondito questi argomenti, hanno informato i loro cittadini, e soprattutto sono d’accordo con questo scenario? In questo dibattito sono assenti alcuni soggetti che invece dovrebbero esprimersi».
I sindacati
«Le organizzazioni sindacali, sempre molto attente alle sacrosante rivendicazioni a tutela dei lavoratori, si sono dimenticate degli utenti e non hanno mai fatto conoscere la loro posizione, o forse non ce l’hanno. Così le rappresentanze scientifiche, soprattutto mediche ma anche infermieristiche e tecniche. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i dirigenti medici soprattutto delle aree chirurgiche. Dovremmo chiedere a questi soggetti se lavorare in un ospedale nuovo completo, con tutte le specialità e i servizi nella stessa struttura, sia la stessa cosa che averle in due strutture. Teniamo presente che qui si sta giocando l’efficacia e l’efficienza dell’offerta ospedaliera del Piceno per i prossimi decenni. Il malato non è né di destra né di sinistra, deve essere curato nel miglior modo possibile». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico