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SAN BENEDETTO - C’è chi gli augura il fallimento, chi giura che si ricorderà di loro una volta passata l’emergenza. Sta di fatto che sul popolare social Facebook c’è un gruppo - che conta 456 persone per l’esattezza - il quale si prende la briga di segnalare e stigmatizzare l’operato di tutti quei commercianti che, come prevede la legge, peraltro, chiedono il green pass ai propri clienti.
Sotto la recensione negativa dei no gree pass, tra i quali molti hanno anche l’orgoglio di firmarsi con nome e cognome, finiscono alla gogna ristoranti e negozi di abbigliamento, centri commerciali e singole botteghe. Ovviamente la questione non è passata inosservata anche se, a guardar bene, gli utenti per così dire attivi sono solo una decina. Ma gli esercenti sono decisamente preoccupati perché qualcuno dei più facinorosi passa davvero il limite del sano «scambio di opinioni».
I passi
Tutto sarebbe iniziato una decina di giorni fa quando, in base allo stato di emergenza vigente, il governo ha varato gli ultimi decreti che impongono a tutti il super green pass ade esempio per la consumazione al bar. «Noi raccomandiamo ai nostri associati di rispettare sempre le leggi - si affretta a replicare il presidente della Confcommercio provicniale fausto Calabresi quindi non possiamo fare altrimenti».
I danni
«Questo virus ha cambiato le nostre abitudini e viviamo di fatto una situazione di coprifuoco, la sera è un mortorio. In una città come San Benedetto ci sono stati in questi 3 mesi almeno 2500 persone in quarantena. Il nostro settore ne ha risentito pesantemente e onestamente con tutti i problemi che abbiamo non possiamo certo stare dietro a chi si ostina a non capire. Noi lanciamo un segnale di legalità sperando che questo essere corretti ci porti come sembra, ad uscire dal tunnel».
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Corriere Adriatico