SAN BENEDETTO - Ha messo in salvo la compagna e la suocera paralizzate dalla paura. Coraggioso salvataggio in mare di Matteo Cerini, un trentaduenne romano di fronte al porto di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Una volta risalito a bordo – racconta – ho provato a riaccendere il motore senza però riuscirci». Sono iniziati i primi problemi perché, stando a quanto riferisce Cerini, la corrente ha iniziato a trascinare lentamente la barca verso gli scogli di protezione del molo Nord. «Ho contattato sia il Circolo Nautico che la Guardia Costiera – spiega – segnalando loro la situazione e fornendo la mia posizione. Su consiglio dell’operatore con il quale ho parlato ho gettato l’ancora e accorgendomi che la barca stava comunque finendo verso gli scogli ho sollecitato ulteriormente un intervento». Secondo quanto riferito da Cerini però la motovedetta si è portata in un’altra zona del porto rispetto all’effettiva situazione. «Io ero a Nord dell’imboccatura del porto ma loro si sono diretti a Sud – afferma – allora ho tentato di fare tutto da solo. Con il mezzo marinaio, uno strumento della navigazione marittima formato da una lunga asta che termina con un uncino, utilizzato per avvicinare il natante alla costa durante la manovra di ormeggio o per allontanarsi spingendo la punta contro l’ostacolo, ho tentato di spingere la barca lontano dagli scogli, con i quali era ormai venuta a contatto diretto, e quando l’asta si è piegata ho capito che era necessario che le due passeggere a bordo del natante abbandonassero subito la barca». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico