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SAN BENEDETTO - È difficile capire chi e perché abbia posizionato tutti quei manifesti per le strade del centro cittadino anche se una cosa sembra certa: al centro dell’iniziativa c’è il Gay Pride organizzato in Riviera per il prossimo 31 luglio. Resta da decifrare quale sia la matrice del gesto: se si tratti di una polemica degli organizzatori (che hanno inizialmente abdicato in favore della festa della Marina) o se, cosa più probabile, si sia trattato di un discutibile gesto goliardico.
Fatto sta che inneggiando all’omosessualità qualcuno ha trasformato San Benedetto Martire in una sorta di Paolina Bonaparte androgina e lo ha messo come sfondo di una vera e propria invasione di cartelli appesi sui pali dell’illuminazione pubblica.
“Vengo dall’alto per dirvi che non è contronatura”, si legge in un cartello. Ed ancora: “potremmo organizzare una festa con marinai gay”, “ai miei tempi la parola omofobia non esisteva”, “dubbi esistenziali: Cip e Ciop sono gay?”, “il terzo gender è divino”. Frecciate ironiche anche nei confronti dell’amministrazione comunale con ‘dediche’ al sindaco (“un bacino al mio fan numero 1, Piunti”) e richiami alla lista civica di centrodestra Siamo San Benedetto, trasformata in “Sì, amo L.S.B.T.”. L’invasione (non firmata) di annunci avviene a dieci giorni dallo svolgimento del primo Pride in riviera, in programma il 31 luglio in piazza Giorgini e nel pieno del dibattito in Senato del Ddl Zan. Più che una “sponsorizzazione” all’evento sembra una presa in giro nei confronti della manifestazione stessa e non è escluso che nelle prossime ore possa arrivare la presa di distanze da parte degli organizzatori della manifestazione di fine mese.
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Corriere Adriatico