L’ex fabbrica è ormai diventata rifugio di balordi: «Gli appelli inascoltati, 5 anni di niente»

L’ex fabbrica è ormai diventata rifugio di balordi: «Gli appelli inascoltati, 5 anni di niente»
SAN BENEDETTO  - Recinzioni allargate tanto da poter consentire il passaggio di una persona senza troppi problemi. Idem per una porta ed una finestra che, teoricamente,...

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SAN BENEDETTO  - Recinzioni allargate tanto da poter consentire il passaggio di una persona senza troppi problemi. Idem per una porta ed una finestra che, teoricamente, dovrebbero essere sprangate e invalicabili. Spuntano visibili segni di effrazione nell’ex fabbrica di frigoriferi di via Calatafimi.

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Così, le condizioni dello storico immobile abbandonato fanno suonare nuovamente l’allarme sulla possibile presenza abusiva di sbandati e senza tetto: situazioni pericolose in primis per gli stessi occupanti, viste le condizioni di grave decadenza che caratterizzano l’immobile in questione. Un immobile per il quale si susseguono ipotesi di riqualificazione, ma tutto resta immutato.

L’ultima idea, la scorsa estate, l’aveva lanciata “Articolo 1 - Mdp”: forza d’opposizione in Consiglio che, con Flavia Mandrelli, chiedeva al Comune un impegno per rilanciare l’area nel segno dell’edilizia popolare. Facile a dirsi, più difficile a farsi. Anche perché la fatiscenza che avvolge quell’ex area industriale tiene banco ormai da molti anni. «Non essendo una proprietà comunale non possiamo intervenire direttamente, ma abbiamo segnalato il problema a tutte le autorità». Così, nel gennaio 2019, si esprimeva l’allora vicesindaco Andrea Assenti (delegato al decoro urbano) nel corso di un’assemblea pubblica del quartiere S. Filippo Neri. «L’edificio, già diroccato, pieno di erbacce incolte ed animali, è oltretutto diventato rifugio di persone senza fissa dimora» disse nell’ottobre scorso il presidente dell’associazione zonale, Maurizio Di Giacinto, annunciando un esposto in Procura ed ai carabinieri. 



Un grido di allarme che sembra non aver ottenuto risultati. Ma anche lo stesso sindaco Pasqualino Piunti, nel 2015, quando sedeva tra i banchi della minoranza aveva stigmatizzato la situazione di grave incuria che già allora caratterizzava l’area: «Sede stabile di roditori». Sono trascorsi più di 5 anni e le cose sono andate solo a peggiorare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico